Avanti su Crocetta:| “È campione di coerenza”

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03 Marzo 2013, 19:11

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PALERMO – “Sulla riforma della Province il presidente della Regione prosegue nel suoi proclami quotidiani, cambiando posizione in continuazione”. Lo afferma Giovanni Avanti, presidente della Provincia regionale di Palermo e dell’Unione regionale delle Province siciliane, commentando le dichiarazioni del governatore Rosario Crocetta.

“Crocetta – sostiene Avanti – è davvero un campione di coerenza: prima l’annuncio del mantenimento, e anzi, del potenziamento delle Province. Poi l’anticipo del voto ad aprile e quindi successivamente a maggio. Poi il rinvio del voto per procedere alla riforma e adesso l’abolizione. Molte idee ma confuse, anche perché vorrei ricordare a Crocetta che i liberi consorzi dei comuni ai quali lui fa riferimento già esistono e non sono altro che le attuali Province regionali così come definite dalla legge 9 del 1986 e alle quali i comuni siciliani hanno aderito con delibera dei rispettivi consigli comunali”.

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“Non si può fare finta – aggiunge Avanti – di inventarsi una riforma già fatta nel 1986, con l’unico scopo di nascondere il vero obiettivo e cioé quello di nominare dei commissari non legittimati dal popolo e graditi al presidente stesso, rinviando elezioni che darebbero agli elettori la possibilità di poter scegliere democraticamente. Siamo di fronte ad una manovra puramente demagogica che ha tutto il sapore dei vecchi sistemi della peggiore politica del passato, finalizzata solo alla gestione del potere”.

“Ricordo ancora una volta – conclude – che come Unione delle Province avevamo presentato una proposta legislativa finalizzata a ridurre i costi attraverso un taglio sensibile del numero di assessori e consiglieri e con l’accorpamento in capo alle Province di una serie di enti e carrozzoni inutili, dagli Ato, agli Iacp fino ai Consorzi di bonifica che costano alla Regione un’enormità: solo come governance 50 milioni di euro; mentre con l’abolizione delle Province il risparmio sarebbe solo poco più di 10 milioni di euro, appena il 2% della spesa corrente delle Province. Di fronte a questa evidenza, emerge chiara la volontà di far credere all’opinione pubblica qualcosa che non esiste. Se è questo il modello Sicilia da prendere come esempio siamo davvero messi malissimo”.

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03 Marzo 2013, 19:11

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