Province, Bilancio, urne |Tre partite per la maggioranza

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07 Marzo 2013, 06:00

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PALERMO – E adesso si fa sul serio. Dalla settimana prossima si apre un periodo caldissimo per la politica regionale, che sarà impegnata nelle prossime settimane su tre delicatissimi tavoli.

Il primo riguarda la controversa riforma delle Province. Dopo gli annunci, le incomprensioni e le polemiche, ieri la conferenza dei capigruppo insieme al presidente della Regione ha trovato quella che sembra una quadra di buon senso. Per la mega riforma degli enti locali, l’Assemblea si prende un tempo ragionevole, sei mesi per trovare un punto di incontro tra le varie posizioni sul tavolo. E non è detto che la riforma presentata del governo possa, per ipotesi, essere addirittura superata da una ancora più radicale, che porti non solo a una ristrutturazione ma a una vera e propria abolizione delle Province. La partita è aperta ed entrerà nel vivo martedì prossimo, quando il nuovo ddl del governo, salvo imprevisti, approderà in Aula. Il primo passaggio dovrebbe essere quello di rinviare il voto di maggio, prima che scatti il termine per l’indizione dei comizi, e nominare i commissari. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo l’Ars con tutte le sue insidie. E ieri un deputato di lungo corso invitava alla prudenza: “Non considerate i giochi fatti. Basta un voto segreto in Aula per mandare tutto a monte, il percorso sarà difficile”.

Certo, se un inciampo d’Aula dovesse far saltare tutta la riforma, portando dritti al voto a maggio per eleggere presidenti e consigli provinciali, il tutto assumerebbe i contorni di uno spot kamikaze girato dai partiti in favore del movimento di Grillo. Sarebbe una mossa di cecità politica, insomma. Ma nei “vecchi” partiti, la classe dirigente sul territorio guarda ancora alle Province come un’appetibile riserva di caccia per poltrone e sottogoverno, e riducendo i posti a sedere, qualcuno dovrà restare a bocca asciutta fuori dal banchetto.

C’è poi la seconda, delicata partita, quella della sessione di bilancio. Che oggi si apre in commissione, per approdare in Aula i primi di aprile. Una partita questa, che per tempistica si intreccia con la terza partita, quella delle amministrative di maggio. Ed è proprio su questi due temi, bilancio e voto amministrativo, che la maggioranza di governo si riunirà lunedì prossimo per un supervertice. Un “conclave”, che si aprirà proprio mentre a Roma i cardinali entreranno in Cappella Sistina, per trovare una strategia comune e possibilmente un accordo generale, che veda la coalizione che sostiene Crocetta compatta nei Comuni siciliani chiamati il voto.

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L’Udc di Gianpiero D’Alia, al di là delle tensioni delle ultime ore con il governatore, è ben disposta a ragionare dell’intesa, e lo stesso Crocetta col suo Megafono dovrebbe vedere di buon occhio il patto. Il Pd, che guarda con grande attenzione alla sfida di Catania, sarebbe ben lieto di contare sul sostegno dei centristi a una candidatura di Enzo Bianco per Palazzo degli Elefanti. Nel capoluogo etneo l’Udc conserva il suo peso, che secondo i dirigenti democratici etnei potrebbe risultare decisivo nella sfida, il cui competitor, oltre alla temibile incognita grillina, potrebbe essere il pidiellino Salvo Pogliese. Che con diversi big dell’Udc catanese vanta cementati rapporti d’amicizia. Soprattutto con quep l’ala del partito approdata ai lidi casiniani dell’Mpa. Sebuna lezione i democratici hanno imparato dallo scioccante esito delle Politiche è quella di non dare mai per sconfitto in partenza l’avversario. Il centrodestra in Sicilia si sta ricompattando e riorganizzando, e con un 5 Stelle a quelle percentuali, in ogni Comune la sfida  è aperta e incertissima.

La triplice sfida da cui dipende un grosso pezzo di futuro della Sicilia, insomma, è appena cominciata. E i suoi esiti sono quanto mai aperti.

Twitter @salvotoscano1

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07 Marzo 2013, 06:00

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