Ex Province, torna l’elezione diretta | C’è il sì dell’Ars, si vota a febbraio

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11 Luglio 2017, 16:48

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PALERMO – L’epocale riforma delle Province annunciata dal governo Crocetta finisce nel cestino. La commissione Affari istituzionali, oggi, ha approvato il disegno di legge che prevede il ritorno dell’elezione diretta per i presidenti e i consiglieri di Liberi consorzi e Città metropolitane.

Scompaiono, quindi, le elezioni di “secondo livello” scelte inizialmente dal governo regionale e approvate dall’Ars. Elezioni mai svolte, in realtà, visto che negli ultimi quattro anni le ex Province sono rimaste al palo: commissariate oggi come nel 2013. Alla guida di enti sull’orlo del disastro, come descritto chiaramente dalla Sezione di controllo della Corte dei conti, solo commissari scelti direttamente dal presidente della Regione. Un “potere” tolto ai cittadini e messo nelle mani dell’esecutivo che, tramite quelle nomine, ha finito per incidere anche negli incarichi di sottogoverno legati all’ente (dalle partecipate provinciali agli aeroporti siciliani).

Adesso, si torna quasi certamente al voto. Il via libera della prima commissione, adesso, deve essere confermato dall’Aula. Ma il consenso politico, quasi unanime, emerso proprio in commissione, lascia presagire un cammino assai agevole del testo a Sala d’Ercole.

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E così, tornano le elezioni. Anche per i presidenti delle Città metropolitane. Nella versione originaria del ddl, “resisteva” l’automatismo tra il ruolo di sindaco di Palermo, Messina e Catania e quello di presidente della Città metropolitana delle ex Province corrispondenti. È stato però approvato nei giorni scorsi un emendamento che ha esteso le elezioni dirette anche al “sindaco metropolitano”. Dopo la chiusura, insomma, delle esperienza di Orlando, Accorinti e Bianco, quasi certamente si andrà al voto anche per scegliere queste cariche. Ridotti del trenta per cento, rispetto al passato, poi il numero dei consiglieri. La norma ha fissato anche il periodo utile per il ritorno alle urne: le elezioni dei Consigli e dei presidenti dei Liberi consorzi e, in prima battuta, solo dei Consigli delle Città metropolitane verranno svolte entro il 28 febbraio del 2018.

“Quello di oggi in commissione Affari istituzionali – il commento dei deputati di Forza Italia Marco Falcone e Franco Rinaldi – è un voto che restituisce finalmente la parola ai siciliani sottraendola alle segreterie di partito. Siamo altrettanto soddisfatti del taglio del 30 per centro del numero dei consiglieri, la nuova norma consentirà infatti il giusto equilibrio tra rappresentanza e contenimento dei costi. La presenza di una goverrnance realmente espressione dei cittadini rimetterà in moto quegli enti sovracomunali che torneranno ad essere punto di riferimento vero per i nostri territori – concludono – come già accadeva prima della riforma, a dir poco catastrofica, di Rosario Crocetta”. Secondo Toto Cordaro, capogruppo di Cantiere popolare, il voto di oggi fa calare il sipario su quella che “è stata in realtà una vergognosa operazione di potere, con 5 anni di commissariamento, appannaggio degli amici del presidente, rivelatosi un disastro per la gestione dell’ente intermedio”. Duro anche il giudizio di Vincenzo Figuccia, deputato di Fi, che critica Crocetta (“è stato come Attila”) e individua il governatore come il responsabile della situazione “disastrata” in cui si trovano i Liberi consorzi e le Città metropolitane.

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11 Luglio 2017, 16:48

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