Province, riforma più vicina | Ma resta l’ultimo scoglio

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27 Febbraio 2014, 17:03

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PALERMO – I liberi consorzi hanno un volto. Con l’approvazione degli articoli 5 e 6, oggi, Sala d’Ercole ha compiuto un passo avanti decisivo verso l’approvazione della riforma. Un cammino che adesso si ferma per qualche giorno. Bisognerà prendere la rincorsa per superare l’ostacolo maggiore: quello che riguarda l’approvazione delle città metropolitane. Un tema che ha già inflitto al governo una prima bocciatura, qualche giorno fa. Se ne riparlerà da martedì.

Intanto, come detto, il parlamento è andato avanti, approvando in un clima finalmente sereno – nei limiti del possibile – gli articoli che riguardano l’elezione del presidente del libero consorzio e la composizione della giunta. Completando così la composizione del nuovo ente, dopo l’approvazione, ieri dell’articolo che riguarda l’assemblea.

Curiosa la norma approvata proprio per il vertice del Consorzio. Nonostante, dopo il voto di due giorni fa, la composizione dell’assemblea si sia ristretta soltanto ai sindaci dei Comuni che compongono il Consorzio, l’elezione coinvolgerà anche i Consiglieri di quei Comuni, messi fuori dall’Assemblea del consorzio dopo i “colpi” del voto segreto. E i consiglieri potranno anche partecipare alla presentazione della sfiducia nei confronti del presidente. Un meccanismo, quello della sfiducia, che si è complicato ulteriormente in Aula, dopo un emendamento che aveva l’obiettivo di scongiurare un continuo ricorso alla mozione che non potrà “essere presentata prima di due anni dall’elezione del Presidente nè per più di due volte, a distanza di almeno un anno, durante il medesimo mandato”. Ok anche all’emendamento che prevede, in caso di decadenza del presidente del passaggio delle relative funzioni non nelle mani del vice, ma di un Commissario nominato dall’assessore alla Funzione pubblica.

Molto più veloce l’approvazione dell’articolo successivo, il 6, che riguarda la composizione della giunta del Consorzio. Potrà essere formata da un massimo di otto assessori, che decadrebbero dalla giunta in caso di concomitante decadenza dalla carica di sindaco del proprio Comune di appartenenza.

Insomma, la giornata di oggi è la prima, nel corso dell’iter della riforma, nella quale il governo non sia andato sotto almeno una volta. Nonostante la riproposizione, più volte, del voto segreto, anche da parte dei grillini. Il richiamo al dialogo lanciato dal presidente Crocetta sembra quindi essere stato raccolto. E l’opposizione si è dimostrata, oggi, più “responsabile” che in passato. Anche se non sono mancate le voci critiche, sia durante che dopo la seduta. “Abbiamo tolto – ha detto il capogruppo della Lista Musumeci Santi Formica – il voto ai cittadini per entrare nell’era della contrattazione tra sindaci. Finirà che i sindaci daranno il voto ai presidenti solo in cambio di un contributo o della sistemazione di una strada”. Secondo Assenza (Forza Italia), la norma è una “somma di corbellerie”, mentre Cordaro in Aula ha fatto notare più volte le contraddizioni “interne” del disegno di legge. Molto dure anche le parole dei deputati del Partito dei siciliani. “La discussione sui Consorzi – ha detto il capogruppo Roberto Di Mauro – continua all’insegna della confusione e della produzione di norme che appaiono sempre più viziate da illegittimità, mettendo a rischio l’intera riforma. Ne è una dimostrazione il voto di oggi sulla composizione del corpo elettorale per la scelta del Presidente del Consorzio (che sarà uno dei sindaci dei comuni membri del Consorzio e sarà eletto dai Sindaci e dai Consiglieri comunali) che è palesemente in contrasto con la decisione già assunta sulla composizione dell’Assemblea del Consorzio (che sarà composta solo dai Sindaci). Evidentemente – ha aggiunto Di Mauro – continua a non esserci da parte del Governo e della maggioranza una chiara linea da seguire, con scelte dettate dall’improvvisazione o da estemporanei calcoli sulla maggioranza d’Aula a favore di questo o quel provvedimento, che stanno minando la credibilità e la tenuta complessiva della riforma, sempre più a rischio di impugnativa da parte del Commissario dello Stato”.

Un’ombra, quella dell’impugnativa, che si è allungata più volte stasera a Sala d’Ercole. Dove però il governo “incassa” l’apertura del Nuovo centrodestra di Alfano. “Né smania di potere né schiacciamento da parte di Forza Italia. Siamo sempre stati – ha detto infatti il capogruppo Nino D’Asero – e restiamo aperti al confronto e disponibili al dialogo. Abbiamo sempre ritenuto – ha aggiunto – di non doversi fare una opposizione preconcetta e siamo sempre stati disponibili a dare un contributo che, quando è stato accolto, ha contribuito al miglioramento dei DDL in discussione. Sulle riforme, poi, – ha concluso D’Asero – che riguardano un sistema di regole valide per tutti, è auspicabile una condivisione ampia e ragionata con la maggioranza”. In mattinata, in effetti, Crocetta aveva parlato senza troppi giri di parole: “Gli alfaniani decidano da che parte stare. Se vogliono dialogare davvero, lo dimostrino votando questa e le altre riforme”. Il governatore, poi, non ha nemmeno escluso un coinvolgimento del Ncd nell’esecutivo, in vista di un prossimo rimpasto.

La giornata, quindi, si è chiusa con un sostanziale ottimismo di una maggioranza per una volta immune dall’esplosione di tensioni e divisioni plateali. Mentre la seduta era stata “accesa” dalle polemiche sull’interpretazione di un parere del Cga riguardante i commissariamenti delle Province. Secondo l’opposizione, i giudici amministrativi hanno sancito, di fatto, l’illegittimità di ogni nomina avvenuta dopo il 31 dicembre. E in particolare, quelle riguardanti le Province di Trapani (dove Antonio Ingroia ha sostituito Darco Pellos) e Siracusa (Ettore Leotta al posto di Alessandro Giacchetti). “Il Cga non ha fatto che confermare la correttezza del percorso del governo” hanno replicato il presidente Crocetta e l’assessore Valenti. Ma il percorso della riforma non è ancora terminato. L’Ars rifiata un po’, e prende la rincorsa. C’è l’ostacolo più alto da superare: quello delle città metropolitane. Una bocciatura mutilerebbe fortemente il disegno di legge. Ma se ne riparlerà martedì.

LA DIRETTA DELLA SEDUTA

19.27 Approvato velocemente anche l’articolo 6.

19.21 Assenza (Forza Italia): “Stiamo aggiungendo altre corbellerie. Questo testo non ha più nè testo nè coda”.

19.14 Si passa all’articolo 6 che riguarda la composizione della giunta del libero consorzio.

19.13 Si passa alla votazione dell’articolo 5. Richiesto il voto segreto. Approvato l’articolo 5.

19.12 Alloro (Pd) rilancia la proposta avanzata pochi minuti fa anche da D’Asero, cioè la possibilità di prevedere negli Statuti la possibilità di elezioni dirette del presidente del libero consorzio.

19.10 Ok anche all’emendamento che prevede, in caso di decadenza del presidente del passaggio delle relative funzioni non nelle mani del vice, ma di un Commissario nominato dall’assessore alla Funzione pubblica.

19.07 Approvato a larghissima maggioranza l’emendamento che estende a sessanta giorni il tempo entro il quale bisognerà eleggere il nuovo presidente, in caso di cessazione della carica del precedente presidente.

19.03 D’Asero (Nuovo centrodestra): “Vorremmo sapere se è possibile ridiscutere sulla nostra proposta di un’elezione diretta del presidente affidata, in un secondo momento, all’adozione degli Statuti dei Consorzi”.

19.00 Formica (Lista Musumeci): “Abbiamo tolto il voto ai cittadini per entrare nell’era della contrattazione tra sindaci. Finirà che i sindaci daranno il voto ai presidenti solo in cambio di quel contributo o di quella sistemazione di una strada”.

18.58 Ancora polemiche. Un emendamento di Falcone (Forza Italia) prevede che il presidente dell’Assemblea sia un soggetto diverso dal presidente del Consorzio. Il presidente della prima commissione Cracolici si dice “contrario con vergogna”. Emendamento bocciato.

18.49 Approvata la riscrittura del governo sui primi due commi dell’articolo 5: a eleggere il presidente dei liberi consorzi. oltre ai sindaci, saranno anche i consiglieri comunali, nonostante siano fuori dall’Assemblea.

18.43 Sempre più complessa la costruzione della norma sulla sfiducia al presidente dei liberi consorzi. Un ulteriore subemendamento recita che la “mozione non può essere presentata prima di due anni dall’elezione del Presidente nè per più di due volte, a distanza di almeno un anno, durante il medesimo mandato”.

18.40 Presentato un subemendamento del governo sulla possibilità di sfiduciare il presidente del Consorzio. La norma prevede un meccanismo complicato, visto che a presentare la mozione di sfiducia deve essere un quinto dell’Assemblea (composta da soli sindaci) ma viene votata anche dai Consiglieri comunali di tutti i Comuni del consorzio.

18.30 Bocciati gli emendamenti soppressivi all’articolo 5.

Articoli Correlati

18.12 Alongi (Nuovo centrodestra): “Cerchiamo di mettere pezze a uno strappo che ormai mi pare enorme”.

18.06 Cracolici (Pd e presidente della prima Commissione): “Credo sia opportuno operare un subemendamento che intervenga normando queste possibili situazioni paradossali. Mi riferisco anche alla situazione della sfiducia”.

18.04 Cordaro (Cantiere popolare): “L’articolo 5 che riguarda l’elezione dei presidenti dei Consorzi continua a portare con sè le conseguenze del pastrocchio che stiamo alimentando. Dopo il parere del Cga ci potremmo trovare in una situazione di vacatio sulla gestione delle Province. Era un tema che avevamo già posto, opponendoci alla proroga della proroga. Ma il governo anche stavolta ha deciso di andare a sbattere. Con la legge così, la sfiducia sarebbe votata dai consiglieri, che non fanno più parte dei liberi consorzi. E altra situazione paradossale, se i presidenti dei Consorzi fossero sindaci di Comuni vicini al rinnovo del voto, rischiamo di avere un presidente ogni anno o giù di lì”.

17.52 Figuccia (Forza Italia): “Cosa intendeva il presidente della Regione quando ha parlato di utili idioti in Assemblea? E quando parla di franchi tiratori? Si chiarisca nella sua maggioranza”.

17.49 Formica (Lista Musumeci): “Rischiamo di approvare una norma che verrà impugnata dal Commissario dello Stato per evidente illogicità, oltre che incostituzionalità. E perché allargare solo ai consiglieri? A questo punto apriamo il voto anche ai social network, come fanno i grillini”.

17.36 Ioppolo (Lista Musumeci): “Non c’è dubbio che la nomina dei commissari sia illegittima. E da ciò ne consegue l’illegittimità degli atti adottati. La legge poi sta andando verso un paradosso: si creerebbero due distinte assemblee. Una elettiva e una deliberante. Così, gli organi da tre diventeranno quattro”.

17.33 Grasso (Grande Sud): “Non c’è alcuna possibilità di allargare ai consiglieri comunali il voto per l’elezione del presidente del Consorzio”.

17.30 Cimino (Voce siciliana): “Io credo che nell’emendamento sull’elezione vada inserita anche la possibilità della sfiducia al presidente”.

17.26 Milazzo (Forza Italia): “Il presidente della Regione è impegnato nel fare campagna acquisti. Unico aspetto positivo della riforma: che anche il sindaco di un piccolo comune diventi protagonista dell’Assemblea”.

17.24 Assenza (Forza Italia): “Se facessimo votare anche i consiglieri comunali non faremmo altro che creare l’ennesima contraddizione di una legge che già non si è fatta mancare nulla in questo senso. Sui commissari, ritengo che la lettura del parere del Cga porti alla conseguenza della illegittimità delle nomine dei nove commissari”.

17.19 Di Mauro (Pds): “Se i consiglieri non fanno parte dell’Assemblea, non possono partecipare alla votazione del presidente del Consorzio. In caso contrario, rischiamo di andare incontro a una impugnativa”.

17.14 Crocetta: “Onorevole D’Asero, non abbiamo problemi di accordi da trovare. Questa telenovela mi ha stancato. Sulla norma che prevede l’elezione del presidente avevamo trovato una mediazione, con una modalità più allargata. Adesso non c’è nessuna contraddizione: saranno comunque anche i consiglieri a votare, sebbene fuori dall’Assemblea”.

17.10 Falcone (Forza Italia): “Dopo la bocciatura della norma sulla composizione dell’Assemblea allargata ai consiglieri, chi eleggerà il presidente del Libero consorzio?”.

17.02 Greco (Pds) fa riferimento al caso delle spese del Cefop, sollevato da Live Sicilia alcuni giorni fa. Ma il presidente Ardizzone interviene: “Rimaniamo nel merito delle questioni che stiamo affrontando”.

16.58 Figuccia (Forza Italia): “Questa interpretazione mi pare rischiosa. In due province, quelle di Trapani e Siracusa, si rischia di avere due commissari a rischio illegittimità”. “La bocciatura della proroga dei Commissari da parte del CGA certifica il fallimento totale del Governo Crocetta, che di questa sempre più disastrosa riforma degli enti locali intermedi ha fatto la propria bandiera.” Ad attaccare l’esecutivo regionale è il vice presidente della Commissione Affari Istituzionali dell’ARS, il forzista Vincenzo Figuccia che punta il dito contro l’Assessore Valenti. “Il parere richiesto dall’Assessore – afferma Figuccia – dimostra che persino il massimo responsabile delle Autonomie locali non ha mai avuto né certezza né convinzione delle azioni e dei passaggi formali compiuti, per altro in contrasto col voto dell’ARS.” Quindi un invito rivolto al Governatore: “Ancora una volta chiediamo a Crocetta di prendere atto della impossibilità di andare avanti in questo modo e di voler riconoscere l’indispensabile ruolo delle opposizioni all’ARS per portare allo scioglimento delle Province e alla riorganizzazioni di responsabilità, competenze e funzioni fra la Regione e gli Enti locali in tempi brevissimi, per non arrecare un danno irreparabile all’economia e alla struttura istituzionale della nostra Regione”.

16.53 L’assessore alla Funzione pubblica Valenti: “Il parere del Cga conferma la correttezza del processo scelto dal governo. Abbiamo infatti tenuta aperta la possibilità per l’indizione dei comizi elettorali. Qualora la legge fosse approvata anche dopo l’indizione dei comizi avrebbe persino priorità rispetto alle elezioni stesse. Sulla nomina dei commissari, il Cga ha confermato che qualora fossero stati nominati prima del 31 dicembre, la loro nomina sarebbe stata valida fino all’approvazione della riforma o all’indizione dei comizi elettorali. E nel caso di Trapani e Siracusa, la sostituzione è coerente”.

16.50 Il presidente Ardizzone: “Su questo parere ci sono tante interpretazioni. Qui c’è l’assessore Valenti, può spiegare il senso di questo parere”.

16.45 Formica (Lista Musumeci): “Il parere del Cga dimentica che l’Ars ha bocciato la proroga dei commissari. Dovremmo fermarci un minuto e riflettere un attimo su questa vicenda”.

16.30 “Né smania di potere né schiacciamento da parte di Forza Italia. Siamo sempre stati e restiamo aperti al confronto e disponibili al dialogo”. Così il Capogruppo del Ncd all’Ars, Nino D’Asero, replica alle accuse di Crocetta che lamenta il mancato appoggio degli alfaniani nelle votazioni d’Aula per la Riforma delle Province. “Abbiamo sempre ritenuto – ha aggiunto – di non doversi fare una opposizione preconcetta e siamo sempre stati disponibili a dare un contributo che, quando è stato accolto, ha contribuito al miglioramento dei DDL in discussione”. “Sulle riforme, poi, – ha concluso D’Asero – che riguardano un sistema di regole valide per tutti, è auspicabile una condivisione ampia e ragionata con la Maggioranza”.

Delle città metropolitane, probabilmente, si tornerà a parlare la prossima settimana. Oggi riprende l’esame della riforma delle Province, dall’articolo 4, approvato martedì tra le solite polemiche e qualche colpo di scena. In quell’occasione, il governo è andato nuovamente sotto sulla riscrittura della norma che riguardava la composizione dell’Assemblea dei liberi consorzi. Bocciata la presenza dei consiglieri comunali nell’organo che verrà composto soltanto da sindaci.

Oggi si riparte dall’articolo cinque, quindi, che sarà oggetto di grande discussione in Aula, visto che riguarda il presidente del libero consorzio (che sarà uno dei sindaci che compongono il consorzio) e le modalità di elezione. Nei giorni scorsi, infatti, un tentativo di mediazione portato avanti dalle opposizione, si poggiava proprio sul riconoscimento dell’elezione diretta del presidente del nuovo ente intermedio. Una proposta finora respinta da governo e maggioranza. Il testo che verrà discusso oggi sarà quello esitato dalla prima commissione e che prevede l’elezione del presidente da parte dell’Assemblea (adesso, come detto, nella versione “small” composta dai soli sindaci). “E’ eletto presidente del libero consorzio – si legge all’articolo cinque – il sindaco che ottiene almeno il quaranta per cento dei voti che rappresentino almeno la metà più uno della popolazione del libero consorzio”. Nel caso in cui nessun sindaco raggiungesse quella quota, si procederebbe al ballottaggio.

In serata di potrebbe passare anche all’esame dell’articolo 6, che riguarda invece la composizione della giunta, che sarà formata da un minimo di otto sindaci tra quelli appartenenti al consorzio. Intanto, c’è grande curiosità sul comportamento delle opposizioni in Aula, dopo l’apertura di Crocetta al Nuovo centrodestra di Alfano: “Se vogliono collaborare col governo, lo dimostrino col voto sulle Province”.

Pubblicato il

27 Febbraio 2014, 17:03

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