29 Luglio 2015, 20:58
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PALERMO- Manca soltanto il voto finale e poi l’istituzione dei sei Liberi consorzi e delle tre Città metropolitane sarà legge. Oggi l’Ars ha approvato i 46 articoli del ddl che completa, a distanza di oltre due anni, la riforma avviata con l’abolizione e il commissariamento delle province.
Una seduta fiume, in cui non sono mancate le sorprese. La maggioranza è andata sotto due volte, complice il voto segreto richiesto dal M5s. Rimasto in sospeso nella seduta di ieri per mancanza del numero legale, un emendamento dell’Udc è stato impallinato dai franchi tiratori. Non prima, però, di una sospensione ‘forzata’ a pochi minuti dall’apertura. “Non è possibile procedere con il voto segreto prima di mezz’ora dall’inizio della seduta” ha spiegato il presidente Giovanni Ardizzone.
L’emendamento dell’Unione di centro, con il parere favorevole del governo e del presidente della prima commissione, puntava ad introdurre le disposizioni della legge Delrio per le Città metropolitane, a cominciare dalla corrispondenza tra il sindaco dell’ente intermedio con il primo cittadino del comune capoluogo. Previsione, però, respinta dall’aula. Stesso obiettivo e stessa sorte per l’emendamento proposto da deputati del Partito democratico Panarello e Gucciardi. Resta ferma, dunque, l’elezione di secondo grado, così come disposto per il presidente dei Liberi consorzi.
Sarà l’adunanza elettorale, composta da sindaci e consiglieri comunali di tutti i comuni che compongono i due enti intermedi, a eleggere il presidente e la giunta. È lasciato, poi, allo statuto di ciascun Libero consorzio e Città metropolitana la possibilità di prevederne l’elezione a suffragio universale a partire dal primo rinnovo delle cariche.
Le funzioni proprie dei nuovi enti territoriali saranno più vaste rispetto a quelle delle ex province. Rispetto ai vecchi enti territoriali, i Liberi consorzi e Città metropolitane avranno competenze proprie in materia di servizi sociali e culturali, di sviluppo economico, di organizzazione del territorio e tutela dell’ambiente.
Per quanto riguarda il tema del personale delle ex Province, la riforma dispone che gli enti di area vasta stabiliscano entro tre mesi la propria dotazione organica. Il personale che resterà assegnato ai nuovi enti o che andrà in mobilità sarà individuato con decreto del presidente della Regione, previa delibera di giunta su proposta dell’assessore regionale alle Autonomie locali, sentite le principali organizzazioni sindacali. L’esame della riforma ha rischiato di arenarsi sulla razionalizzazione di enti e società partecipate, e sul contenimento della spesa. Ma la maggioranza ha tirato dritto. “Dobbiamo garantire stabilità economica a questi enti e dobbiamo fare di tutto per evitare di aggravare il quadro finanziario complessivo per scongiurare eventuali impugnative del governo nazionale” ha spiegato l’assessore alla Funzione pubblica Giovanni Pistorio.
La riforma lascia, infine, aperta la possibilità di formare nuovi Liberi consorzi di comuni che abbiano i requisiti di continuità territoriale e una popolazione non inferiore a 180 mila abitanti. Domani alle 14 è previsto il voto finale.
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29 Luglio 2015, 20:58