26 Ottobre 2009, 14:24
1 min di lettura
C’è un altro buco da 13 milioni alla Provincia di Palermo. Dopo avere scoperto la sparizione di 30 milioni affidati alla Ibs Forex, i tecnici dell’amministrazione provinciale oggi guidata da Giovanni Avanti stanno passando i rendiconti ai raggi X: all’appello manca un altro “tesoretto” per il quale non ci sono pezze d’appoggio. È una delle notizie contenute nel numero di “S” attualmente in edicola, che analizza a fondo il caso Ibs Forex: adesso, a Palazzo Comitini, c’è più di un sospetto che anche questi 13 milioni siano irrecuperabili.
Intanto, dopo le dimissioni rassegnate dal direttore generale Antonio Caruso, rimasto nei ranghi della Provincia come responsabile del settore Ambiente, per l’artefice dell’operazione finanziaria è stata chiesta la sospensione dall’incarico, del pagamento degli stipendi e dell’accantonamento del Tfr. Aria pesante anche per Massimo Bonomo, il ragioniere generale subentrato a Caruso quando quest’ultimo è stato promosso. L’ufficio legale della Provincia, infatti, sta valutando una proposta di trasferimento ad altro incarico dopo la richiesta di un parere da parte del presidente della Provincia Giovanni Avanti. Secondo l’ufficio legale, infatti, Bonomo non avrebbe controllato alcuni aspetti dell’operazione.
Nel frattempo, sottolinea l’inchiesta di “S”, si stanno rivalutando due questioni risalenti al 2003: Caruso e l’assessore al Bilancio Giampiero Cangialosi si rivolsero a una banca estera per ottenere il prestito obbligazionario che avrebbe finanziato i soldi successivamente finiti alla Ibs senza passare dall’istituto di credito che svolge le funzioni di tesoreria dell’amministrazione. In particolare, le finanziarie riunite Dexia-Crediop e Banca Opi furono contattate con una trattativa privata iniziata il 3 novembre 2003 e conclusa 54 giorni dopo. Tempi insolitamente rapidi per un ente pubblico.
Pubblicato il
26 Ottobre 2009, 14:24