01 Giugno 2024, 05:01
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CALTAGIRONE (CATANIA) – Due anni fa, lungo l’autostrada A1, provocò un pauroso incidente stradale. Era il 17 giugno 2022. Perse il controllo dell’autoarticolato Iveco General Trailer che stava guidando e il mezzo travolse una serie di auto. Nella carambola mortale persero la vita due persone e tre rimasero ferite.
Le vittime sono due donne della provincia di Trento, la psicologa dello sport 49enne Enrica Macci e l’insegnante di batteria 37enne Serena Ursillo. Ora per un camionista di Caltagirone, Ahmed Ezzedini, 44enne originario della Tunisia ma residente da anni nella città calatina, è stato chiesto il rinvio a giudizio.
È accusato di omicidio stradale aggravato dall’aver causato la morte e il ferimento di più persone. L’udienza preliminare si aprirà a Siena giovedì prossimo. Secondo il consulente del pubblico ministero, l’ingegnere Mario Vangi, Ezzedini è il solo responsabile dell’incidente.
Difeso dall’avvocato Michele Passione del foro di Firenze, per lui pende dunque la richiesta di rinvio a giudizio. Secondo il consulente, in pratica, andava a una velocità superiore al massimo consentito, seppur di poco: per questo non riuscì a fermare in tempo l’autoarticolato.
Non sarebbe riuscito, nonostante il blocco del traffico fosse segnalato dal personale dell’autostrada e dai cartelli. Sarebbe bastata, sempre secondo il consulente dell’accusa, una “normale attenzione alla guida” per “arrestare la propria marcia come gli altri veicoli davanti a sé”. E non sarebbe successo nulla.
Nell’incidente sono stati coinvolti una Panda, dove erano a bordo le due donne decedute. Una Volkswagen T-Roc con a bordo due persone, un uomo e una donna, rimaste gravemente ferite (prognosi oltre i 40 giorni), così come il conducente di una Punto. Coinvolti poi una Kia Niro e una Opel Karl i cui passeggeri sono rimasti miracolosamente illesi.
Secondo la richiesta di rinvio a giudizio, si sarebbe accorto troppo tardi del traffico bloccato. Poi, nonostante una brusca frenata all’ultimo momento, avrebbe travolto i veicoli che lo precedevano nella corsia di marcia. Una carambola legale per le due donne, che sono morte sul colpo.
Al camionista è contestata una “colpa generica e violazione di svariate norme sulla disciplina della circolazione stradale”. Nel dettaglio, avrebbe superato di poco il limite di 80 chilometri all’ora e perso il “controllo del veicolo”.
Inoltre gli è stato contestato, a seguito degli accertamenti e delle analisi del cronotachigrafo, “il superamento del periodo di guida giornaliero, poiché non osservava quello prescritto dal regolamento Ce, eccedendo di 32 minuti il limite massino consentito” e “l’inosservanza del periodo di riposo giornaliero”.
La famiglia della dottoressa Ursillo è già stata risarcita dalla compagnia assicuratrice del camion, ma ora si aspetta giustizia, spiegano i rappresentanti di Studio3A – attraverso l’Area Manager per il Lazio e l’Umbria Matteo Cesarini, con la collaborazione dell’avvocato Lorenzo Marcovecchio – anche nel processo penale.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dal sostituto procuratore di Siena Niccolò Ludovici, mentre l’udienza preliminare, a partire da giovedì, si svolgerà dinanzi al Gup Sonia Cavarelli.
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01 Giugno 2024, 05:01