12 Dicembre 2014, 15:44
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CATANIA – “C’è stata una pressione assurda nei confronti di tutti i consiglieri. Ci sono state anche delle irregolarità e votazioni falsificate”, lo ha detto oggi il forzista Santi Bosco, durante la conferenza stampa convocata dall’opposizione per riferire sul voto del Pua. Si riaccende così la polemica sulla seduta di mercoledì sera. “Certo, può capitare, ma non è mai successo in tanti anni che il registratore rimanesse bloccato per venti minuti”, rilancia Manlio Messina, capogruppo di Area Popolare. “Chiamiamolo ostruzionismo”, è l’ipotesi di Salvo Tomarchio. “Surreale che lo faccia la maggioranza”, è la sottolineatura della sala stampa.
Insomma, il dato politico è che la compagine che sostiene Enzo Bianco in Consiglio non ha trovato i numeri necessari per spuntarla, disarcionata pure dallo smarcamento di Articolo 4. C’è che l’ordine del giorno era dei più significativi. “Un errore”, è infatti la considerazione del primo cittadino. Non fosse altro perché il Piano partorito dall’aula ricalca nella sostanza quanto le amministrazioni di centrodestra avevano già messo in cantiere. Tutto ciò oltre le indicazioni del Cru, che secondo gli ambientalisti avrebbero diminuito l’impatto ambientale dell’opera. “Le loro indicazioni sono illegittime, sulla città si esprime il Consiglio che ha l’obbligo di garantire chi ha intenzione d’investire su Catania”, insiste Manlio Messina. Un alt che vale come difesa rispetto alle prerogative dell’assise cittadina.
E non solo. I toni della conferenza stampa convocata oggi sono quelli di chi, invece, sembra avere il pallino del governo della città. Anche la difesa del profilo d’aula tradisce un linguaggio dalle modulazioni che sembrano invertire gli equilibri tra minoranza e giunta. Il tutto a fronte delle presunte lacerazioni nel centrosinistra. “Noi abbiamo tutelato gli interessi della città e dei cittadini”, si smarca Bosco. “Anzi – aggiunge – le dichiarazioni dell’assessore Salvo Di Salvo, che ci dicono che era stato stravolto il testo dell’Amministrazione, ci dimostrano che c’erano degli interessi particolari”. Un’accusa delle più pesanti da parte del consigliere, che non entra però nel merito dei presunti attori coinvolti.
Intanto l’opposizione affila i denti in vista del voto sulla Variante centro storico al Piano Regolatore generale. Il capogruppo di Area Popolare annuncia già un Vietnam. “Se la vedranno pietre pietre”. Oltre la battuta, per Messina la questione è cruciale: “La priorità, per noi, c’è l’ha il Prg e siamo dispostissimi a sederci al tavolo per lavorarci al fianco dell’Amministrazione. Ma non siamo disposti a sostenere una variante che potrebbe non tutelare la Città tutta. Ci si dimentica, invece, di tutte le periferie. Si tratta di una porcata. Dove l’assessore e il presidente di commissione che hanno portato in precedenza il Prg in aula, sono gli stessi che oggi vogliano la variante. Faremo le trincee”.
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12 Dicembre 2014, 15:44