11 Aprile 2018, 09:32
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CATANIA – Avrebbero usato i mezzi in dotazione per fini privati, per andare a fare la spesa, o in villeggiatura, facendosi rimborsare prestazioni di lavoro mai avvenute. Per questo, in cinque, sono stati sospesi dal pubblico servizio. Stamani, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad ordinanza di applicazione di misura cautelare della sospensione dal pubblico servizio, emessa lo scorso 6 aprile 2018 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, a carico di 5 dipendenti della società “Pubbliservizi S.p.a.” ritenuti responsabili del reato di peculato. Ecco i nomi dei dipendenti sospesi: Filippo D’Amore, Orazio Santocono, Massimiliano Rapisarda, Rosario Capilleri, Francesco Vinciguerra.
La misura cautelare, si legge nella nota inviata dalla Questura, accoglie gli esiti di attività investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania e condotta da personale della Squadra Mobile – Sezione Reati contro il Patrimonio e la P.A. – Unità Anticorruzione nell’arco temporale luglio – settembre 2017, che ha consentito di verificare come cinque dipendenti della società “Pubbliservizi S.p.a.” – con funzioni di coordinamento e con autonomia decisionale sulle attività di altri dipendenti che espletano mansioni meramente esecutive (operai) – i quali, avendo per ragioni di servizio la disponibilità degli autoveicoli della predetta società, se ne sono appropriati, utilizzandoli sistematicamente per fini meramente privati sia durante che al di fuori dell’orario di servizio.
Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, sono state avviate a seguito di contributo investigativo offerto da personale del Commissariato di P.S. Borgo – Ognina, dopo pedinamenti e osservazioni. I sistemi di localizzazione satellitare G.P.S. installati sulle autovetture di servizio, hanno poi fatto emergere l’indebito utilizzo fatto dai dipendenti – tutti preposti all’organizzazione di servizi con funzione di incaricati di pubblico servizio – i quali, oltre ad utilizzare detti veicoli per fini meramente privati, erano soliti parcheggiarli presso il proprio domicilio o presso la residenza estiva, alla stregua di mezzi di proprietà.
I servizi di osservazione hanno consentito inoltre di accertare che due dipendenti della società si recavano con le auto di servizio presso le loro case di villeggiatura, ubicate in provincia di Siracusa, mentre altri, sia durante che oltre l’orario di servizio o anche nei periodi di ferie, le utilizzavano per raggiungere esercizi commerciali. Nel corso delle indagini è stato, altresì rilevato l’utilizzo delle autovetture per recarsi presso agenzie di scommesse o ulteriori luoghi ricreativi.
Gli indagati attestavano sistematicamente false prestazioni lavorative, in realtà mai effettuate, indicandone i relativi orari nonché la tipologia di lavoro svolto nel “foglio presenze” e nel modulo denominato “riepilogo trasferta viabilità”. In questo modo, i cinque, sebbene non avessero svolto le prestazioni lavorative falsamente attestate, venivano regolarmente retribuiti dalla società “Pubbliservizi S.p.a.”, procurandosi un ingiusto profitto con contestualmente danno economico per l’Ente pubblico della Città Metropolitana di Catania che, controllando la predetta società, ha erroneamente elargito somme di denaro come retribuzione di prestazioni lavorative mai effettuate.
Il G.I.P. del Tribunale di Catania, tenuto conto del grado di gravità e di reiterazione dei fatti delittuosi compiuti, ha comminato una differente durata della misura cautelare della sospensione dal pubblico servizio, che risulta per due destinatari di 6 e 8 mesi, mentre per gli altri tre di mesi 10.
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11 Aprile 2018, 09:32