07 Settembre 2017, 17:21
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CATANIA – Pubbliservizi: domani potrebbe essere il giorno decisivo per le sorti della partecipata della Città Metropolitana. Tornerà a riunirsi, dopo il rinvio del 5 settembre, l’assemblea dei soci per poter finalmente esprimere un parere sul piano aziendale presentato dall’amministratore unico Silvio Ontario, sulla ricapitalizzazione e anche sull’approvazione del bilancio 2015 che finalmente è stato approntato dai consulenti nominati dai vertici. Un piano aziendale che prevede un ripianamento del debito milionario in tre anni con la ricostituzione del capitale sociale, che nelle scorse gestioni è stata depauperato.
Tra i dipendenti l’aria è molto tesa: sia per il ritardo negli emolumenti sia perché il contratto di servizio tra Pubbliservizi e Città Metropolitana è scaduto. “Domani i vertici della Città metropolitana devono fare un passo decisivo. Basta giochi politici. Qui c’è in ballo il futuro di 370 famiglie”, dice a LiveSiciliaCatania un lavoratore della Pubbliservizi che preferisce rimanere anonimo. Intanto per domani è previsto un presidio di protesta dalle 10 alle 13 davanti alle Ciminiere di Catania, in piazza Rocco Chinnici. Alla manifestazione hanno aderito Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uil Trasporti di Catania e anche l’Ugl.
La situazione economico finanziaria della Pubbliservizi è al collasso. Al momento non c’è liquidità. Il management ha chiesto alla Città Metropolitana un anticipo di 1.250.000 euro (un acconto sui lavori effettuati) per poter pagare stipendi, fornitori e anche pregressi. E quindi poter evitare situazioni di pignoramento e di azioni legali come decreti ingiuntivi che aggraverebbero ancor di più il debito, che è milionario. Dai funzionari dell’ex Provincia sono arrivati ai vertici di Pubbliservizi anche delle osservazioni e obiezioni su alcune fatture emesse. Un dato questo che allunga i tempi degli accreditamenti e quindi dei pagamenti a lavoratori e fornitori.
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07 Settembre 2017, 17:21