Pubbliservizi, respinto il concordato |Le sigle: “Intervenga la Regione”

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21 Luglio 2018, 20:50

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CATANIA – Respinta dal tribunale la richiesta del concordato preventivo: il nuovo atto della vicenda Pubbliservizi vede ora la nomina del commissario straordinario Salvatore Nicolosi. Perplessi ed amareggiati i sindacati. Per loro, benché non si possa ancora parlare di fallimento, la sorte dei 380 dipendenti resta dubbia. “Abbiamo chiesto un incontro al sindaco Pogliese”, spiega Salvo Bonaventura della UIL Trasporti, “sarà lunedì 17 in via Nuovaluce, alla sede della Città Metropolitana. Del resto, loro stessi sono i proprietari di Pubbliservizi”. Non si potrebbe ancora parlare di fallimento, chiarisce infatti l’esponente sindacale: “Ma esiste un debito di 6 milioni di euro e dev’essere realizzato un piano di rientro. Avevamo già chiuso un accordo per il personale, proseguendo poi a confrontarci con la dirigenza: speriamo che la nomina del curatore non rappresenti un passo indietro. In questi mesi il rischio di fallimento lo avevamo scongiurato”. 

Ma è nell’amministrazione regionale che i sindacati confederali ripongono qualche speranza in più: “Trattandosi di un’azienda regionale, l’intervento dell’ARS potrebbe essere risolutivo. Per coprire il disavanzo la riduzione dei superminimi non può bastare: questo è un problema organizzativo, mentre della questione più seria dovrebbero occuparsi i politici”. 

Manifesta sconforto Paolo Magrì di Cisal Terziario: “Ci aspettavamo una situazione del genere ma speravamo di non arrivarci mai. Credo che l’amministrazione uscente abbia decisamente sottovalutato i problemi dell’azienda ”. Da parte sindacale, viene detto, molta era stata la disponibilità per alcuni ridimensionamenti: persino una riduzione dell’orario non è bastata a contenere l’emergenza economica. “Negli ultmi mesi Cisal ha chiesto una revoca superminimi, il riadeguamento dei livelli retributivi, il ricorso ammortizzatore sociale”, prosegue Magrì, “ma chiedevamo tutto questo già ad una settimana dall’insediamento dell’amministratore unico. I provvedimenti successivi sono arrivati troppo tardi: bastava che il dott. Ontario seguisse la linea del suo predecessore Muscarà, che aveva già denunciato alcune irregolarità”.

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A tutt’oggi nella struttura sembrerebbe operino dirigenti indagati. Nel frattempo, il susseguirsi di consulenti non avrebbe però finora portato a reali benefici. “Penso al futuro delle famiglie”, riflette il sindacalista: “adesso aspettiamo un segnale concreto e forte dal nuovo sindaco: lasciare altre 380 persone senza lavoro significa gettare benzina sul fuoco in una città già segnata”.

Da Silvio Ontario, già amministratore unico di Pubbliservizi, non è ancora pervenuta una replica.

 

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21 Luglio 2018, 20:50

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