17 Gennaio 2017, 20:14
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CATANIA. Dovranno rispondere, a vario titolo, di abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche il funzionario dell’ormai ex Provincia Regionale di Catania Salvatore Raciti, il vice presidente del consiglio comunale di Riposto Michele D’Urso, l’ex legale rappresentante della società cooperativa “Porto dell’Etna 2008” Salvatore Tropea ed Emanuela Triolo, per l’accusa gestrice di fatto della cooperativa. Il gup di Catania Oscar Biondi, al termine dell’udienza preliminare, ha disposto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati. Al centro dell’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Riposto e coordinata dalla Procura di Catania, l’appalto del servizio di pulizia del litorale ripostese nel 2011. Secondo l’accusa quel servizio venne affidato, senza alcuna gara ad evidenza pubblica, alla cooperativa Porto dell’Etna 2008, priva, inoltre, dei necessari requisiti previsti dalla legge.
Nello specifico Salvatore Raciti, dirigente del II Dipartimento della Provincia Regionale di Catania e responsabile per le gare di aggiudicazione del servizio di pulizia del litorale marino, avrebbe emesso una determina dirigenziale di affidamento del servizio, la numero 88 del 28 giugno 2011, nella quale avrebbe attestato falsamente la produzione di documentazione sullo stato di svantaggio dei soci della cooperativa in questione. Per questo il funzionario è accusato di abuso d’ufficio in concorso e falso. Michele D’Urso, all’epoca dei fatti socio della cooperativa, Salvatore Tropea ed Emanuela Triolo, tutti e tre già imputati nel processo sull’appalto senza gara del servizio di sosta a pagamento a Riposto, dovranno rispondere, invece, di abuso d’ufficio e truffa aggravata. Sono accusati, infatti, di aver posto in essere artifici e raggiri per ottenere la gestione del servizio di pulizia del litorale. Per la Procura di Catania avrebbero attestato falsamente il possesso da parte della cooperativa dei requisiti necessari per l’affidamento del servizio e l’impiego nel servizio stesso di soci e dipendenti fittizi, inducendo così in errore l’ente erogatore e ottenendo quindi ingiuste somme dalla Provincia Regionale di Catania, parte offesa nel processo, per servizi in realtà mai svolti. Il processo si aprirà il 24 ottobre davanti alla terza sezione penale del tribunale di Catania.
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17 Gennaio 2017, 20:14