17 Febbraio 2013, 18:33
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CATANIA. In salastampa, il patron Pulvirenti è raggiante. E parla a trecentosessanta gradi:
“Da oggi, con 39 punti a 13 giornate dalla fine, cambiamo i nostri obiettivi. Abbiamo l’obbligo di puntare serenamente ad obiettivi diversi, più ambiziosi. Voglio ringraziare tutti, calciatori ed allenatore, per quanto fatto. Vogliamo inseguire un sogno: la qualificazione europea. Lo dobbiamo a noi stessi ed ai nostri tifosi. E’ un sogno e vogliamo cullarlo sino in fondo. Oggi il Catania ha giocato da grande squadra, aspettando l’avversario e colpendolo al momento giusto. Proprio per questo sono molto fiducioso per il futuro. Raccogliamo i frutti del nostro lavoro e della giusta programmazione nel tempo. Maran si è rivelata una scelta adeguata, a dispetto dello scetticismo iniziale da parte di qualcuno. E’ una persona molto umile che si è subito integrata con la nostra struttura tecnica. Il merito è anche di chi ha giocato meno ma si è sempre fatto trovare pronto quando è arrivato il suo turno. Il gruppo è la nostra forza. Anni fa, in occasione di una sconfitta interna contro il Livorno che ci fece precipitare in classifica, dissi che in 5 anni avremmo lottato per l’Europa ed…eccoci qui. Non mi interessa la rivalità col Palermo, anche se dispiace. Può capitare una stagione storta (anche noi ci siamo trovati, in passato, in zone pericolose di classifica) ma i rosanero possono ancora riuscire a salvarsi. Nel nostro spogliatoio si respira una grande serenità, frutto dei risultati e del lavoro di tutto. Quando vinci partite come quella di oggi, capisci che puoi andare oltre la semplice salvezza”.
– Marchese?
Sino al 30 giugno è un calciatore del Catania. Dopo, so cosa accadrà ma non lo dico. Giovanni si sta dimostrando un grande professionista ed anche oggi si è ben disimpegnato.
– E’ stato difficile resistere alle varie proposte di mercato?
Noi abbiamo una precisa filosofia che i ragazzi hanno accettato ed…eccoci qua a raccogliere i frutti di un importantissimo lavoro di gruppo.
– Molti spazi vuoti sugli spalti?
Lo stadio è quello che è. Troppe limitazioni. Dobbiamo dare ai tifosi un contesto adeguato, uno stadio. Bisogna realizzare gli stadi nuovi per far si che si assista ad una partita di calcio come se si venisse allo stadio. Non si può più derogare la legge sugli stadi.
– Si aspettava questo exploit?
Si, perché conosco le potenzialità della nostra società, in tutti i suoi componenti. Il lavoro e l’unità d’intenti pagano sempre. Nessuno è insostituibile.
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17 Febbraio 2013, 18:33