24 Maggio 2013, 06:15
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PALERMO – Natale Puma, il consigliere della Settima Circoscrizione del comune di Palermo rimasto seduto durante il minuto di silenzio per ricordare la strage di Capaci, replica alle polemiche derivanti dal suo gesto che ha scatenato la reazione di cinque colleghi, Piero Pellerito, Eduardo De Filippis, Fabio Costantino, Sergio Susinno e Antonio Barricelli, i quali hanno abbandonato l’aula per protesta: “E’ vero che sono rimasto seduto, ma a causa di un problema fisico che non mi consente di stare in piedi da circa un mese. Ho riflettuto in silenzio, ricordando sia i morti che l’unico vivo di cui nessuno più parla, l’autista di Falcone Giuseppe Costanza. La polemica è abbastanza sterile, creata ad arte da alcuni colleghi che vogliono un po’ di visibilità. E’ inaccettabile che si utilizzi questo ricordo in maniera barbara e strumentale, certa politica dovrebbe chiedere scusa alle vittime della mafia, all’unica persona rimasta viva e alla società civile”.
Puma, inoltre, replica a chi lo accusa di essere rimasto seduto anche lo scorso anno in occasione del minuto di silenzio in onore di Peppino Impastato: “Anche in questo caso ci troviamo al cospetto di illazioni prive di fondamento, basti pensare che lo scorso anno non ero neppure un consigliere, essendomi insediato il 2 luglio del 2012. Ero in aula lo scorso 9 maggio e anche in quel caso sono rimasto seduto per gli stessi motivi di salute. Ad ogni modo ritengo che il rispetto nei confronti delle vittime di mafia non dipenda dal mettersi in piedi durante i minuti di raccoglimento, ma dai fatti concreti quotidiani. Il resto è solo strumentalizzazione politica che esula dalla realtà. Se non alzarsi per motivi di salute costituisce una colpa, allora sono colpevole”.
“Non mi si attacchi – prosegue Puma – di non avere rispetto per la memoria, anche perché la considero un aspetto importante, importantissimo, che consente a un popolo di mantenere viva la propria identità. Peraltro, nella mia mente scorrono nitidi i ricordi delle emozioni avvertite sia il 23 maggio che il 19 luglio del 1992. Quando è morto Borsellino, ho sentito un grande rimbombo e mi sono precipitato per strada. Non posso che essere a favore delle commemorazioni, ma bisogna commemorare non soltanto le vittime di mafia, ma anche chi perde la vita sul posto di lavoro. Non esistono eroi di serie A ed eroi di serie B. E, come accennavo in precedenza, bisogna anche ricordare i vivi. La memoria è fondamentale”.
Nel frattempo è stata avviata una petizione online per chiedere le dimissioni di Puma.
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24 Maggio 2013, 06:15