Punti nascita, ecco un nuovo stop | Porte chiuse in quattro centri

di

26 Febbraio 2015, 14:28

2 min di lettura

PALERMO– I nuovi nati nel 2015 non emetteranno più il loro primo vagito negli ospedali di Licata, Cefalù, Paternò e nella clinica Argento di Catania. È di questa mattina, infatti, il provvedimento dell’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, che chiude le porte delle sale parto nei quattro punti nascita. Il provvedimento segue le direttive della nuova rete ospedaliera varata lo scorso 23 gennaio, in continuità con le precedenti chiusure dei punti nascita. Nel 2012, infatti, a chiudere i battenti erano state 15 sale parto pubbliche e private, tra cui Leonforte e Piazza Armerina, l’anno successivo è stata la volta di Niscemi, Mazzarino, Augusta, Alcamo e Mazara, mentre lo scorso anno lo stop alle nascite era arrivato per Barcellona e  Mistretta, oltre alle case di cura private Valsalva di Catania, Orestano e Demma di Palermo, Villa Rizzo di Siracusa e Villa dei Gerani di Trapani.

Le disposizioni – precisano dall’assessorato – riguardano le attività di ostetricia finalizzata alla nascita: insomma, le donne in dolce attesa potranno continuare ad essere seguite dai ginecologi geograficamente vicini e soltanto al momento del parto dovranno spostarsi in strutture complesse.

In questa fase intermedia nei punti nascita che saranno chiusi resterà, dunque, temporaneamente attiva la guardia ostetrico-ginecologica h24 fino al completamento della dismissione. Saranno le aziende sanitarie, invece, a dover garantire la messa in sicurezza del percorso di assistenza alle future mamme, assicurando contemporaneamente le condizioni di ricettività in sicurezza dei punti nascita che dovranno accogliere la maggiore domanda, nonché altre attività di supporto alle famiglie. Da piazza Ottavio Ziino precisano infine che le aziende interessate avranno anche il compito di informare i territori sulla nuova organizzazione dei servizi per l’assistenza materno-infantile.

Articoli Correlati

La nota

In relazione alla nota diffusa dall’assessore Borsellino in merito alla chiusura dei punti nascita, le case di cura Orestano, nella persona del dottor Piefausto Orestano, e la Nuova casa di cura Demma, nella persona del dottor James Cucinella, dicono, “a tutela del buon nome e dell’immagine delle strutture”, che i loro punti nascita “non sono stati chiusi dalla pubblica amministrazione per mancanza di requisiti o perché non erogavano il numero minimo di 500 parti l’anno, tant’è che ne erogavano, in media, circa 800 l’anno, e che, pertanto rispettavano tutti i requisiti di legge ed erano sicuri. In realtà, la chiusura dei punti nascita delle case di cura accreditate Orestano e di Demma è stata frutto, esclusivamente, di una libera scelta aziendale”.

Pubblicato il

26 Febbraio 2015, 14:28

Condividi sui social