17 Marzo 2013, 10:13
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PALERMO – Realizzare un ideale ha a che fare con lo spirito pionieristico, se pioniere è chi scopre nuove possibilità, nuovi percorsi e spazi lì dove nessuno sarebbe disposto a scommettere. Perché l’ideale, per sua natura, si trova oltre ogni esperienza già fatta, al di là di ogni strada già percorsa.
E lo sanno bene gli operatori e i volontari del centro Padre Nostro, così fortemente voluto da padre Puglisi, ogni volta che hanno deciso di realizzare qualcosa a Brancaccio, ogni volta che sapevano esattamente dove volevano arrivare, ma non come arrivarci. E ci sono anche loro, ad affollare in Teatro Brancaccio, nuovo spazio culturale per coinvolgere gli abitanti nell’arte dello spettacolo gli abitanti del quartiere. Simbolica la scelta del nome: la Brancaccio di padre Pino Puglisi, la Brancaccio della droga e del racket, la Brancaccio in cui ancora oggi ogni ragazzino strappato al ricatto della criminalità e della “cultura” mafiosa è da considerarsi una vittoria miracolosa.
“L’iniziativa nasce dall’obiettivo che i volontari e operatori del Centro di Accoglienza Padre Nostro, si sono dati, sin dall’uccisione di don Pino: quello di realizzare i suoi sogni”- dichiara Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro. “Il teatro di quartiere era uno dei suoi sogni: realizzare uno spazio ricreativo per i ragazzi e dove gli abitanti di Brancaccio potessero essere “educati” alla cultura teatrale”.
Con la direzione dell’attore Carlo D’Aubert, si punta, infatti, a diffondere l’arte non solo entro i limiti del quartiere Brancaccio, ma a divenire un centro culturale importante ed affermato. “La collaborazione con Carlo nasce in maniera semplice: un giorno si è presentato al centro e mi ha chiesto se potevo concedergli l’uso dell’Auditorium per alcune sue prove di spettacoli. Io gli chiesi che, se voleva, aveva l’opportunità di realizzare con noi uno dei sogni di 3P e così fu”.
L’inaugurazione è avvenuta giovedì scorso con “Scrusciu”, spettacolo in dialetto scritto e diretto dallo stesso D’Aubert, che racconta la storia del capoluogo siculo visto con gli occhi di quattro senzatetto dai trascorsi diversi. Passando da un emozione all’altra, i quattro protagonisti svolgeranno una ricerca personale che li accomunerà portandoli al recupero di una Palermo storica ormai persa.
Sin dal primo spettacolo, la rassegna teatrale si è rivelata una preziosa occasione di confronto, stimolo e crescita per tutti quelli che, giovani e adulti, vi prendono parte. Sin da subito si è dimostrata una lente d’ingrandimento attraverso la quale è possibile far emergere quelle realtà emotive, formative, e culturali in cui sono immersi i bambini e i ragazzi del quartiere. L’esperienza teatrale, come momento strategico della formazione inoltre, risponde concretamente al difficile compito di aiutare i bambini a crescere nel quartiere , coltivando i valori del rispetto per gli altri e per la legalità.
Maurizio Artale fa un primo bilancio dell’esperienza: “il riscontro del pubblico è stato tiepido, ma nel tempo sono certo che cambierà in meglio. Come ogni cosa nuova nel quartiere va metabolizzata. Sin da subito si svolgeranno laboratori teatrali in continuità con quanto fatto prima della collaborazione con Carlo. Hanno svolto laboratori di attività teatrali con i ragazzi del quartiere le compagnie Sicilia in the World di Emanuele Scalici, l’associazione cultutale Kleis di Salvatore Piparo, solo per citarne alcune”.
Certi dei risultati ottenuti per fede ed esperienza, i ragazzi del centro Padre Nostro camminano verso altri nuovi obiettivi passo dopo passo, ora leggeri e ora forti. Consapevole che lo spazio che ha sempre separato dall’ideale di padre Pino Puglisi, da quel mio cambiamento e nuova prospettiva di vita, si nutre di sfiducia e di ignoranza.
Così procedono per passione e necessità, con la forza di usare l’imprevisto, lungo questa strada mai percorsa, fatta di occhi che si aprono su vecchie abitudini e mentalità, di riconciliazioni interiori e di nuove sfide. Disposti a non cambiare percorso davanti agli ostacoli, a rideterminare e a non desistere. In nome dei sogni di Padre 3P.
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17 Marzo 2013, 10:13