Quanto vale una notizia?

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17 Gennaio 2010, 00:33

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Vi siete mai chiesti quanto valga una notizia? Mettendo da parte discorsi “pseudofilosofici” su quei parametri in base ai quali si attribuisce maggiore o minore importanza ad un fatto, il valore di una notizia, in termini di costi, è qualcosa di estremamente povero. Raramente, per non dire mai, supera il tetto dei 10 euro. Un limite col quale chi fa il giornalista impara suo malgrado a convivere; un limite angusto che si sposa perfettamente con il contesto in cui si inserisce: quello di un settore editoriale in crisi piena e inarrestabile.
Al di là di un immaginario collettivo che ammanta la figura del cronista di situazioni esotiche fatte di privilegi e favori (sono ancora molti quelli che pensano che “fare il giornalista sia sempre meglio che lavorare”) la realtà è dunque, dati alla mano, quanto di più lontano ci sia dall’immaginazione.
In Sicilia i professionisti che svolgono l’attività in modo autonomo sono 1256, e di questi appena 474 hanno un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa. E gli altri? I più sfortunati, e sono poco meno della metà, lavorano senza alcun tipo di contratto “annaspando” in una condizione disagiata che li porta a racimolare un reddito che spesso non arriva neanche a cinquemila euro all’anno. Ma non è tutto. Il dato infatti rischia seriamente di sconfinare sul passivo se si considera l’investimento economico che il giornalista stesso deve affrontare a monte, di tasca propria, per raccogliere i dati necessari allo svolgimento del suo lavoro.
“E’ un dato allarmante che indica la pericolosa deriva assunta da una categoria già duramente segnata dalla crisi”, tuonava tempo fa il vicesegretario nazionale della Fnsi Luigi Ronsisvalle per dipingere una realtà che, purtroppo, stenta ancora oggi ad uscire dal pantano in cui pare sempre più intrappolata.
Una situazione ai limiti della drammaticità, con la soglia di povertà (fissata dall’Istat sui 10 mila euro annui) che paradossalmente diviene per questa categoria di uomini e donne, non più indice di riferimento verso il basso da guardare con timore, ma obiettivo alto verso cui tendere e aspirare, anche dopo anni di sacrificio.
A raccogliere l’appello e tendere una mano verso questo vero e proprio esercito di precari sono le associazioni sindacali come la Fnsi che nei giorni scorsi, insieme all’Assostampa, ha organizzato proprio in Sicilia la prima assemblea regionale di free lance, co.co.co., collaboratori, precari e autonomi. “La situazione attuale – ha spiegato il vicesegretario nazionale della Fnsi Daniela Stigliano – richiede una urgente ridefinizione delle regole dell’accesso ad una professione che sta per implodere sotto il peso crescente di proposte di lavoro sempre più scadenti, mal pagate e senza garanzie per i giornalisti. Il sindacato lavora per garantire ai lavoratori autonomi pari dignità e garanzie rispetto al lavoro contrattualizzato”.

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17 Gennaio 2010, 00:33

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