05 Marzo 2015, 16:21
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PALERMO – Il basista era il nipote. E’ stato lui ad avvertire i complici rapinatori, tutti giovani dello Zen, che gli zii avevano avuto una eredità e potevano tenere del denaro in casa. La banda è entrata in azione il 6 settembre – due di loro, tre giorni prima, avevano aggredito e svaligiato la casa del noto avvocato palermitano Gioacchino Sbacchi – e ha tenuto sotto sequestro Fortunato Gebbia e la moglie, inferma. La polizia ha arrestato oggi i 4 criminali autori del colpo. Si tratta di Benito Biondo, Salvatore Puntaloro, Salvatore Orlando e Salvatore Zarcone. Due di loro, Puntaloro e Orlando, erano già detenuti per l’agguato al penalista. Ai coniugi Gebbia la banda portò via soldi e oggetti di valore, tra cui ricordi del figlio morto.
A indicare loro i luoghi in cui cercare era stato proprio il basista, nipote della coppia e cugino del ragazzo deceduto. Una storia drammatica scoperta dagli agenti del commissariato San Lorenzo, diretto da Luca Salvemini, coordinati dal pm Claudio Camilleri. Gli inquirenti sospettano che i banditi abbiano messo a segno altre rapine. Dall’inchiesta è emerso inoltre che le vittime avevano cercato di “indagare” nel quartiere sugli autori del colpo, avendo capito che una talpa a loro vicina fosse coinvolta, e che volevano recuperare, nonostante le indagini fossero già in corso, la refurtiva attraverso ambienti criminali dello Zen.
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05 Marzo 2015, 16:21