Quattrocchi: “Fermi sui mandanti” | E Nicolosi lascia l’indagine

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25 Maggio 2013, 16:43

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FIRENZE – “Sui mandanti, ma si possono chiamare ispiratori o agevolatori, siamo fermi. Abbiamo avuto la possibilità di esplorare questo territorio, ma dobbiamo fare i conti con le prove, non con le ipotesi”. Lo ha detto il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi riguardo le indagini sulle stragi mafiose del 1993. “La Dda di Firenze ha esaurito il compito rispetto alle fonti informative di cui disponeva”, ha aggiunto, ricordando la chiusura, dopo la condanna, del procedimento sul pescatore che fornì il tritolo.

”E’ sempre possibile – ha poi aggiunto Quattrocchi – che qualcosa di nuovo emerga, che qualcuno, dentro o fuori le carceri, venga a dirci qualcosa che non sappiamo. Queste indagini non si fermano mai”. Riguardo le responsabilità delle stragi “si può benissimo nutrire il dubbio che non sia stata solo mafia – ha aggiunto Quattrocchi – Su questa ipotesi, che ci sembrava più di un dubbio, ci abbiamo lavorato, nella ricerca di prove o indizi gravi, precisi e concordanti, ma senza i contributi che altre persone ‘informate’ ci avrebbero potuto dare non è stato possibile andare oltre”. “L’attività della procura, comunque, non può e non deve fermarsi – ha continuato Quattrocchi – Non è detto che tutto quello che abbiamo acquisito e messo a frutto sia tutto, è pur sempre possibile che qualcuno o qualcosa di nuovo emerga. Noi abbiamo il dovere di individuare tutti quelli che hanno concorso nei delitti, quale che sia stato il loro ruolo”.

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Il magistrato fiorentino Giuseppe Nicolosi, che fin dall’inizio ha indagato sulle stragi di mafia del 1993 a Firenze, Roma e Milano, a giugno lascerà l’indagine. Sarà così anche per il suo collega, Alessandro Crini: per entrambi, che adesso sono sostituti procuratori generali, scade l’applicazione alla Dda di Firenze. “Questo non implica la chiusura dell’inchiesta – spiega il procuratore Giuseppe Quattrocchi – perché non possiamo escludere che, da ora in vanti, ci siano nuove acquisizioni che diano luogo a nuove indagini. In quel caso, la professionalità e le conoscenza dei magistrati che si sono occupati di queste vicende tornerà di nuovo utile”. Quattrocchi ha poi ricordato che “il procedimento a cui hanno lavorato Nicolosi e Crini si è chiuso nei giorni scorsi con la condanna all’ergastolo del pescatore Cosimo D’Amato, accusato di aver fornito il tritolo per le stragi”. Intanto, è arrivato in assise d’appello il processo al boss Francesco Tagliavia, accusato di aver messo a disposizione il gruppo di fuoco: “Tutto il lavoro legato alle rivelazioni di Gaspare Spatuzza – ha concluso Quattrocchi – va ascritto alla capacità, alla bravura e alla testardaggine di Nicolosi e Crini che, con insieme a me, se ne sono occupati”.

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25 Maggio 2013, 16:43

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