Quei bravi ragazzi

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08 Marzo 2010, 00:01

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Bravi ragazzi. Lui e lei proteggono – al netto della logica presunzione di innocenza –  la latitanza di Gianni Nicchi, uno dei boss più pericolosi di Cosa nostra. Diciamo che li arrestano nel corso della cattura del “Picciutteddu”. Dopo tre mesi scarsi sono già liberi. Indubbiamente è la legge che dice come ci si comporta e bisogna rispettare la legge. Ma vorremmo che qualcuno ci spiegasse meglio come stanno le cose e le leggi.

Poi c’è un tale che non ama fare il biglietto sugli autobus. E se glielo fanno notare se la prende. E può contare su verosimili rinforzi.  Arrivano con le mazze, sfasciano il bus, provocano il crepacuore nei passeggeri. Il tizio viene preso dalla polizia. Ci risulta soltanto denunciato e libero, ma saremmo felici di una smentita. Ancora ci chiediamo: va bene la legge, ma come è possibile?

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Livesicilia non è un quotidiano forcaiolo, anzi. I nostri lettori lo sanno.  Siamo dalla parte della forma che è sostanza. Tuttavia, raccontiamo ciò che accade. E ciò che accade è la nascita e la crescita della paura a Palermo. Ci sono assassini bastonatori a piede libero. Ci sono altri che vengono presi. Costoro escono subito o non entrano, addirittura. Ci domandiamo se ciò non accresca il sentimento di paura che le nostre antenne percepiscono.

D’accordo, la legge va rispettata a garanzia di ogni persona, anche dei veri o presunti o colpevoli. Ma abbiamo come l’impressione che in giro ci siano tanti, troppi, bravi ragazzi.

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08 Marzo 2010, 00:01

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