27 Febbraio 2012, 21:26
2 min di lettura
Mentre a destra continuano le complicate manovre per la definizione degli schieramenti che si presenteranno al voto, oggi i riflettori della campagna elettorale sono stati tutti per il Pd. È stato il giorno di Pierluigi Bersani, sceso a Palermo per incontrare il popolo dei democratici al Teatro Zappalà. Il segretario si è calato nel contesto di tensioni e divisioni che attraversano il partito, in attesa dei due appuntamenti cruciali delle primarie e della sfiducia che pende sul capo di Giuseppe Lupo. “Le primarie non sono mica una cena di gala, ma nemmeno una resa dei conti. Dopo le primarie, c’è il giorno dopo”, ha detto oggi Bersani. Che nel corso della sua lunga giornata palermitana, oltre ai vari appuntamenti pubblici, ha trovato il tempo per un caffè in compagnia dello stesso Lupo e di Antonello Cracolici, alla testa dello schieramento che ha contestato l’operato del segretario regionale. Un fuori programma lontano dai cronisti, in un bar di via Notarbartolo, in vista del “giorno dopo” evocato da Bersani nel suo discorso al Teatro Zappalà.
Nel frattempo, alla sede del Pd continuava l’incessante processione di immigrati che si registravano per partecipare alle primarie. Ne è nata una nuova polemica. “Vorrei capire chi c’è dietro l’organizzazione di pullman che portano i migranti nella sede del Pd per potersi registrare e votare alle primarie a Palermo”, diceva oggi il coordinatore provinciale di Sel Sergio Lima, che sostiene la Borsellino. Insomma, ancora sospetti e veleni, in vista dell’appuntamento di domenica prossima, che vede un Fabrizio Ferrandelli incoraggiato dal bagno di folla di domenica e un Davide Faraone sempre agguerrito. Ma il nome da battere, almeno sulla carta, resta quello di Rita Borsellino, per il quale, otre a Bersani, si è espresso domenica anche Walter Veltroni.
Sullo sfondo resta il convitato di pietra Leoluca Orlando. In tanti sono convinti che in caso di esito delle primarie non favorevole alla Borsellino, l’ex sindaco potrebbe tornare in corsa, sparigliando la partita. E il temporeggiare in campo avverso, con la candidatura di Francesco Cascio mai ufficializzata (anche se il presidente dell’Ars si è cominciato a muovere) e la possibilità ancora aperta di una convergenza del Pdl su Massimo Costa, sembra legato proprio all’esito incerto della consultazione del centrosinistra, il cui epilogo sarà cruciale per avere un quadro preciso della vera sfida del 6 maggio.
Pubblicato il
27 Febbraio 2012, 21:26