16 Settembre 2012, 01:17
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PALERMO- Il paragone con il grande Eduardo sicuramente può sembrare irriverente per commentare un desolante spettacolo come quello offerto dal Palermo e dal Cagliari nell’anticipo di sabato pomeriggio. Ma proprio mentre ero seduto in curva nord superiore e assistevo sconsolato alla deforme rappresentazione di una partita di calcio, vedevo volteggiare tanti fantasmi intorno a me che, attenzione, non erano i giocatori in campo, perchè è impossibile cavare l’oro dal piombo, ma le illusioni e i sogni di un recente passato. Erano i fantasmi di un Palermo bello, fiero, e spettacolare, che faceva tremare chiunque, le ombre di un progetto di gioco che stava facendo innamorare la gente e che è stato demolito troppo presto, insieme al nostro entusiasmo e ai nostri ingenui sogni di tifosi.
Se questa doveva essere la partita che doveva darci una linea concreta su cui tracciare un campionato più dignitoso, allora siamo veramente nei guai. Dopo un inizio disastroso ,infatti, si è ripetuto fino alla noia che la Lazio e il Napoli erano fuori dalla nostra portata e che il nostro campionato sarebbe iniziato dalla sfida con il Cagliari. Ebbene alla prova dei fatti io credo che questo pareggio, incolore e striminzito, contro un modestissimo avversario, sia un campanello d’allarme ancora più grave e pericoloso delle due nette sconfitte di inizio campionato. Adesso è bene dire le cose come stanno con chiarezza e senza pietose bugie : al momento attuale il Palermo non esiste. Non esiste come caratura tecnica, che sembra assolutamente inferiore a tutte le squadre viste finora, e non esiste neanche come progetto di squadra perchè non ha identità, né corsa, né idee.
Contro i sardi Sannino ha riproposto il 4-4-2, che evidentemente è il modulo che predilige e che conosce meglio, con Ililc smarrito a destra e avulso dal gioco e Bertolo a produrre la solita inconsistente confusione dall’altro lato, in mezzo Rios e Donati provavano a fare muro con fisicità ed esperienza ma non riuscivano mai a fare ripartire la squadra anche perchè i due difensori esterni, che dovevano assicurare spinta e collegamento, erano Morganella e Santiago Garcia due giovani evidentemente in palese disagio nella categoria. In avanti Miccoli aspettava invano qualche pallone giocabile, ed Hernandez era già con le mani sui fianchi al secondo o terzo scatto della partita. Per fortuna di fronte a noi c’era un Cagliari svogliato che pur schierandosi in campo con un certo coraggio, con una specie di 4-3-3, si limitava a uno sterile possesso palla e pasticciava tantissimo ai limiti della nostra area di rigore.
Così quando è arrivato il primo gol rosanero di questo campionato con una bordata di Arevalo Rios su intelligente assist di Fabrizio Miccoli, il più sembrava ormai fatto. Invece paradossalmente proprio dopo il gol del vantaggio i nostri limiti sono venuti a galla in tutta la loro evidenza. Tranne qualche sporadico contropiede mal gestito, non siamo mai riusciti, non dico a imporre il nostro gioco, ma neanche a tenere palla per qualche secondo tra i piedi. Le distanze tra i reparti si sono allungate enormemente, e ci siamo limitati a correre in maniera confusa dietro agli avversari sperando di intercettare qualche pallone a arrivare fino alla fine. Ma quando giochi in maniera così rinunciataria e senza alcuna idea di gioco prima o poi arriva la beffa.
E così è stato e allo scadere i sardi hanno agguantato un pareggio che sembra il risultato più giusto in una sfida tra mediocri. Sannino non è David Copperfield e certamente non può trasfigurare una squadra più che mediocre, ma insistere con il 4-4-2 ormai sembra un suicidio tattico perchè non abbiamo né la corsa né gli esterni necessari per supportare certi movimenti. L’unico modo di stare in campo per fare meno danni, non per andare in Uefa come ha incautamente detto poco tempo fa Zamparini, forse è il 4-3-1-2 che consente qualche giocata in verticale e può far arrivare qualche pallone giocabile a Miccoli nelle zone calde della trequarti avversaria. E’ notte fonda ragazzi, adesso è obbligatoria una seria professione di umiltà da parte della società per ricompattare l’ambiente e provare a salvarci con le unghie e con i denti. Ma la vedo molto dura.
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16 Settembre 2012, 01:17