Questo anniversario senza Rita | Quanto ci mancano i suoi occhi

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19 Luglio 2019, 19:34

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PALERMO- La prima volta che incontrai Rita Borsellino, da giovane e inesperto cronista, ero così timoroso di fare una brutta figura che la centrai in pieno. Mi avvicinai, farfugliando e sussurrai una cosa indicibile: “Signora, volevo dirle che mi dispiace tanto per suo marito”. Non è che non sapessi, ma ero nel pallone. Lei mi guardò con quegli occhi profondi che sono un marchio di famiglia. Avrebbe potuto cacciarmi, additarmi agli astanti come un perfetto cretino, oppure ridere di me sonoramente. Invece sorrise con leggiadria, mi tese la mano e sussurrò di rimando: “Sa, Paolo era mio fratello”.

Era una grande signora Rita, nel senso proprio della nobiltà che non diventa mai alterigia. Questo anniversario di via D’Amelio non la vede lì, al suo posto, con la sua modestia, con il suo ventaglio – chissà se lo portava davvero o se glielo attribuiamo in omaggio alla sua aristocratica signorilità –, seppure è stata ricordata come si conviene. Nel frattempo, lei avrà già conosciuto tutte le risposte e tutti i ricongiungimenti. E, per quanto l’immagine possa perfino risultare infantile – ma c’è qualcosa di meglio dei sogni di bambino – quanto ci piace pensarli, adesso, Rita e Paolo affacciati su un altissimo balcone, non assenti, soltanto un po’ invisibili perché – appunto – troppo in alto.

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Rita Borsellino, per tornare alle cose di quaggiù, è stata un’occasione persa per una Palermo che l’ha amata, ma che non l’ha stretta a sé col vigore che sarebbe stato necessario. Chissà se è accaduto perché era una magnifica donna e le magnifiche donne servono da santino, da occasione celebrativa istantanea, ma poi non riescono ad avere la meglio di una certa melassa mascolina.

Così, la sorella di Paolo ha vissuto un po’ appartata e straniera, non rinunciando alle proprie ragioni che erano la ragione di tutti, in un suo sentiero di intelligenza e di passione che richiamava persone appassionate e intelligenti. E quando capitava di incontrarsi era sempre una festa. Io sono quello di tuo marito, ricordi Rita? Il cretino sono… E lei sorrideva con la stessa leggiadria, non sfiorata dal tempo. Quanto manca quel sorriso consapevole. Quanto mancano i suoi bellissimi occhi di cielo.

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19 Luglio 2019, 19:34

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