Palermo, la protesta: "No all'hub vaccinale all'Istituto Castelnuovo"

“Questo è un piccolo gioiello, ‘no’ all’hub vaccinale” FOTO

La protesta di chi porta avanti le sue attività all'Istituto Principe di Castelnuovo, il commissario: "Non ho più notizie del piano"

PALERMO – Da edificio storico, meta de ‘Le Vie dei tesori’, a sede dell’hub vaccinale di Palermo. Il salto, a prima vista, è quantomeno azzardato: una villa del Settecento che Carlo Cottone, Principe di Castelnuovo, volle realizzare per dare vita a un Istituto agrario e che ora potrebbe vedere tra i suoi antichi viali alberati auto e gazebo, tamponi e ambulatori per le vaccinazioni contro il Covid. Con buona pace della storia conservata da un luogo che nella sua pancia conserva anche una biblioteca fornita di testi antichi e una sezione ad hoc per l’agricoltura siciliana.

LA FOTOGALLERY DELL’ISTITUTO IMMERSO NEL VERDE

I primi sopralluoghi, poi nessuna notizia

Il condizionale, però, è d’obbligo, dal momento che lo stesso commissario straordinario dell’Ipab Opera Pia Castelnuovo, Vincenzo Lauro, che dovrebbe essere messo al corrente di tutte le decisioni, da qualche giorno non ha più notizie del trasferimento dell’hub dalla Fiera del Mediterraneo all’Istituto Principe di Castelnuovo e di Villaermosa. “Sono stato invitato a una prima riunione alla Regione e e sono al corrente del fatto che alcuni giorni fa sono arrivati dei tecnici per un sopralluogo – dice Lauro – ma non so altro, non ho più notizie”.

Tutto pronto dall’1 gennaio?

Il tempo scorre e se la Regione dovesse confermare l’intenzione di trasferire l’hub all’Istituto Principe di Castelnuovo, ente vigilato dall’assessorato regionale della Famiglia, qualcosa dovrebbe muoversi anche perché la notizia filtrata è quella di una piena attività a partire dall’1 gennaio. “Bisognerebbe fare una convenzione – ricorda Lauro -, ma io, ribadisco, non so altro. In quella prima riunione mi hanno chiesto la disponibilità della struttura e io, che sono un commissario designato dalla Regione, non potevo fare altro che darla”.

Il giardino dell’Istituto Principe di Castelnuovo, a Palermo

C’è chi dice No

In viale del Fante, però, la possibilità che l’hub vaccinale possa trasferirsi nei viali di quello che, a tutti gli effetti, è un piccolo gioiello del Settecento, con un suo delicatissimo ecosistema, fa rabbrividire chi nella struttura voluta dal principe di Castelnuovo lavora e porta avanti le proprie attività: un’associazione ludica per bambini, tre centri anziani, una cooperativa agricola che cura i terreni coltivati per lo più ad agrumeti, e un maneggio. Piccole realtà che condividono gli spazi e che per portare avanti il loro lavoro pagano dei canoni all’Ipab. Il loro timore è che l’hub e il suo inevitabile viavai di auto, medici, infermieri e personale amministrativo possa invadere la tranquillità della Piana dei Colli, dove Cottone volle costruire il suo istituto, danneggiando la struttura e il loro lavoro.

“Nessuno ci ha dato comunicazione”

“Siamo letteralmente stupiti da questa decisione che abbiamo appreso dai giornali – dice Agata Valenza, presidente dell’associazione ‘Il Quadrifoglio’ che gestisce ‘Il Giardino delle meraviglie’, dove si organizzano compleanni ed eventi per i più piccoli. L’associazione, presente da 15 anni in viale del Fante, ha anche ricevuto un finanziamento da parte di Invitalia per l’avvio di una scuola materna. “Dovrebbe partire a settembre 2023 – racconta Valenza – ma non sappiamo cosa accadrà con l’idea di spostare qui l’hub. L’Istituto, tra l’altro, è un piccolo gioiello storico e ambientale, sarebbe folle creare qui gazebo e padiglioni”. Dello stesso avviso anche Salvino Caputo, presidente del Club ippico siciliano attivo nella struttura di viale del Fante dal 1972: “Ciò che intendono fare non è compatibile con le nostre attività – spiega -. È impensabile che la quiete di questo posto possa essere infranta. L’hub svolge un’attività meritoria, ma non è questo il luogo adatto”.

“Non possono buttarci fuori”

Tra gli attori di questo piccolo microcosmo verde in piena area urbana c’è anche Eugenio Zanca, che con la sua cooperativa Immagine cura gli agrumeti, i cipressi e le palme del parco, portando avanti anche dei corsi per le scuole. “L’obiettivo originario del Principe di Castelnuovo – sottolinea -, la diffusione della scienza agraria tra i giovani. Abbiamo tanti progetti in piedi con gli istituti scoalstici, e un altro dovebbe partire in favore dei disabili psichici, ma con queste incertezze è impossibile programmare. Il parco, poi, è un ecosistema molto delicato”. Stessa angoscia mostra Giuseppe Rotundo, presidente dell’associazione ‘Girasoli’, che svolge attività per gli anziani nei saloni dell’edificio centrale attorno al quale si sviluppano le altre attività: “Siamo qui dal 2016 e paghiamo un canone di 200 euro mensili – ricorda -. Nessuno ci ha informati di questi piani, lo abbiamo letto dai giornali. Non possono buttarci fuori”.

Il commissario Lauro: “Tutti i contratti saranno rispettati”

Sul punto Lauro è prudente: “Non sono un tecnico, non posso essere io a decidere se la struttura è adatta o meno, ma di certo non posso neanche porre dei veti. Se fossi affittuario non avrei questo tipo di timore, ad ogni modo saranno gli esperti a decidere – conclude -. per quanto mi riguarda posso assicurare che tutti i contratti in essere saranno rispettati”.


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