18 Settembre 2014, 18:52
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PALERMO – E adesso anche qualche ‘renziano’ prende le distanze dal governo di Rosario Crocetta. Ieri Fausto Raciti agli alleati di governo ha spiegato le ragioni del suo “strappo” nei confronti del governatore. Considerazioni che sono state considerate serie e interessanti dagli altri esponenti della coalizione. Al suo fianco, ieri sera, nel lungo vertice di maggioranza, sedevano il capogruppo del Pd all’Ars, Baldo Gucciardi e l’ultimo candidato dei renziani alle elezioni europee Marco Zambuto.
Chi era presente non ha potuto non notare come i due esponenti di una delle aree che ha sposato l’esperimento del “Crocetta-bis”, quella dei renziani, abbiano implicitamente sposato la tesi del segretario, non sollevando critiche sulla posizione di “autonomia” rispetto al governo scelta da Fausto Raciti. Ma quella che era un’impressione, adesso è un dato di fatto. Affidato persino a un comunicato stampa: “Apprezzo – ha detto infatti Marco Zambuto – la scelta di autonomia del Pd lanciata in questi giorni dal segretario regionale Raciti, incentrata sulla volontà di ripartire dalle grandi questioni sociali più che da quelle di Palazzo. Credo – aggiunge – che ora come mai serva un Partito democratico capace di farsi interprete di un malessere che sempre di più investe i limiti dell’attuale governo della Regione. È attorno a questo – conclude Zambuto – che si costruisce il vero Pd”. Poche parole, ma molto incisive. Oltra a un chiaro erdorsement per le posizioni del segretario “dello strappo”, infatti, Zambuto fa chiaramente riferimento ai “limiti dell’attuale governo della Regione”.
Ma la posizione di Zambuto sarebbe una posizione “personale”. Almeno stando alle parole del capogruppo del Pd, Baldo Gucciardi. “L’area dei renziani non si è riunita – ha detto – quindi escludo che si possa trattare dell’idea di quell’anima del partito. Zambuto – ha aggiunto – ha espresso una opinione assolutamente legittima. Ma personale. Io rimango sempre convinto che la linea politica di un partito vada decisa all’interno dei propri organismi. Se l’opinione di Zambuto sarà anche quella della direzione regionale, la assumeremo come linea del partito. Ma non mi risulta nemmeno che la direzione sia stata ancora convocata”. Resta però quel giudizio tranchant nei confronti dell’esecutivo: “Dobbiamo uscire da un equivoco – spiega Gucciardi – è chiaro che una discussione, anche sui rapporti col governo vada avviata. E non mi risulta che il presidente Crocetta si sia mai sottrato alla discussione. Ma non si può pensare di ‘eludere’ il dialogo col governatore. Io confido nella capacità del nostro partito di fare sintesi. Credo che il problema sia di ‘metodo’, più che di merito”.
Ma intanto, il segretario regionale va per la sua strada. E anche oggi rilancia la nuova autonomia del Pd: “Il Partito Democratico siciliano, nella sua scelta di autonomia, – ha detto Raciti – vuole offrirsi come interlocutore di quelle energie che negli ultimi mesi sono state frustrate da un governo regionale non all’altezza. Per questo lunedì prossimo, 22 settembre, incontreremo Cgil, Cisl e Uil e subito dopo le associazioni di categoria e quelle imprenditoriali. Il 5 ottobre invece sarà la volta di sindaci e amministratori. Non c’è invettiva né minaccia che possa limitare la nostra capacità di iniziativa. A fronte dell’inerzia della destra e della inconsistenza della proposta del governo – conclude Raciti – crediamo che al centro della nostra iniziativa vadano messe le energie che si propongono, davvero, di cambiare questa regione”. Intanto, prova a cambiare il Pd.
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18 Settembre 2014, 18:52