26 Gennaio 2014, 17:44
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CATANIA – Il processo che ha interessato tutta Italia perchè alla sbarra vedeva Antonino Speziale, condannato in via definitiva, per l’omicidio del poliziotto Filippo Raciti morto negli scontri del maledetto derby Catania – Palermo, arriva per la secondo volta in Cassazione. Questa volta la Suprema Corte dovrà valutare la richiesta di revisione avanzata da difensore del giovane catanese, l’avvocato Giuseppe Libera. L’udienza è fissata per il prossimo 6 febbraio. La Corte d’Appello di Messina aveva già rigettato l’istanza del legale, ritenendola inamissibile, stessa linea di pensiero della Procura Generale della Cassazione.
Il sostituto Pg, Giuseppina Fodaroni, nella sua requisitoria (di cui LiveSiciliaCatania è in possesso) ritiene infatti “corretta anche l’esclusione della ravvisabilità di un ‘fatto nuovo’ atto a indurre il giudizio di revisione” anche nella “denuncia presentata dalla madre del condannato”. La denuncia a cui fa riferimento il magistrato è quella presentata dalla mamma dell’imputato Rosa Speziale, il 23 febbraio scorso, nei confronti di un poliziotto per falsa testimonianza nel corso del processo, tanto che i legali del giovane, “a dieci mesi dall’esposto”, hanno chiesto alla Procura di Catania se “intendeva esercitare l’azione penale” e hanno sollecitato “la richiesta di rinvio a giudizio” dell’agente.
“Le ulteriori censure – scrive il Pg – contenute nel ricorso risultano generiche doglianze, mere espressioni di dissenso, avverso le conclusioni della Corte territoriale (quella d’appello di Messina n.d.r.), che come tali, non assurgono alla prospettazione di vizi di leggittimità rispetto all’apparato motivo dell’impugnata ordinanza”.
Alla Procura Generale risponde l’avvocato Giuseppe Lipera con una memoria difensiva con cui argomenta i motivi della richiesta di revisione che si espleta in due parti: elementi di novità e contrasto tra giudicanti. “La Corte di Appello di Messina – scrive l’avvocato – ha negato rilevanza probatoria al fatto che la madre di Speziale abbia denunciato per falsa testimonianza l’autista del Discovery, a causa del cambiamento di versioni dei fatti; ed inoltre – aggiunge Lipera – ha lapidariamente negato rilevanza a quei soggetti che potrebbero riferire su un’ipotesi alternativa; ma soprattutto non si è nemmeno pronunciata sulla richiesta dedotta in seno alla domanda di revisione di assumere le testimonianze indicate in sede di incidente probatorio, inoltre – ritiene il legale – ha artificiosamente ed apoditticamente al tempo stesso escluso la sussistenza dell’eccepito contrasto tra giudicati; in più passaggi dell’ordinanza che si impugna – ribadisce – ha ribadito la correttezza dell’operato dei Magistrati che hanno condannato Speziale, alle cui conclusioni si è acriticamente riportata, in relazione in particolare a quegli aspetti già critici, posti ancora più in in discussione proprio dai nuovi elementi”.
Secondo Lipera, inoltre, il “Procuratore Generale, con il parere reso, ha tentato di sminuire il ricorso proposto avverso l’ordinanza di inammissibilità resa dalla Corte di Appello di Messina, di farle apparire – scrive riferendosi alla requisitoria – come mere lagnanze quasi prive di vera e propria rilevanza giuridica”. Su queste basi l’avvocato difensore di Antonino Speziale ritiene che la Corte d’Appello di Messina “piuttosto che decidere tout court che le prove non fossero idonee ad intaccare il quadro probatorio a carico di Speziale, avrebbe potuto fissare l’udienza per valutarne l’ammissibilità alla luce di un giudizio sulla loro attendibilità, coerenza, sulla loro idoneità, in parole povere, a modificare l’esito del processo, nel contraddittorio delle parti”. Lipera, in conclusione, reputa “che la richiesta del Pg sia immotivata, oltre che infondata in fatto ed in diritto e, pertanto” chiede alla Cassazione che “vada totalmente disattesa”.
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26 Gennaio 2014, 17:44