Raffaele l’intramontabile

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03 Agosto 2011, 00:00

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Se avesse un euro per ogni “collega”, avversario, passante, amico, contraddittore che non lo sopporta, Raffaele Lombardo camminerebbe su tappeti di milioni. L’antipatia è un’arte, mai un equivoco. Non lo sopportano quelli del Pdl, per ovvie ragioni. Non lo sopportano i dissidenti del Pd, per altrettanti naturali risentimenti. Ma non lo sopportano nemmeno i democratici fedeli. Non lo sopportano i soldati della sua truppa autonomista. Il comico ha il dono di muovere al riso, non appena si presenta in scena. Il presidente della Regione ha la ventura di provocare inimicizie e discordie in ogni contrada. In parte, le persegue con scienza da fuoriclasse per dividere e poi acquistare. In parte, gli viene naturale. Raffaele lo sa ed è contento.

Intramontabile”, scrisse una volta Gianni Brera, coniando uno squisito epiteto da affibbiare al pallone. Mai Brera, il figlio del sarto, avrebbe immaginato il medesimo aggettivo per un politico siciliano di lungo corso. Comunque la pensiate, qualunque sia la densità del vostro trasporto o del vostro rancore, Lombardo è intramontabile. E’ arrivato fin qui, restando in piedi. E dobbiamo battergli le mani – qualcuno obtorto collo – per il suo raro senso dell’equilibrismo.

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L’uomo Raffaele non deve avere trascorso notti tranquille. Col fiato di un’indagine sul collo. E i marosi della politica siciliana. E i conti difficilissimi da intrecciare come canestri nelle astruse alchimie parlamentari. E lo scettro da tenere sempre in pugno, per non essere sbranati dai cani e dalle iene che seguono ciecamente il potere, sperando di sorprendere in un agguato chi lo porta come una croce e una delizia. Il tutto senza mai cedere allo scoramento, tranne qualche lieve increspatura psicosomatica.

Un implacabile misirizzi che più va giù, più si tira su. Elastico, tenace, con una qualità.  Il talento di regnare con freddezza, su onde di antipatia, senza crollare mai. Fra qualche anno, forse, la biografia di Raffaele l’intramontabile sarà studiata come perfetto manuale della politica. L’acciaio che tempra il profilo del governatore merita sorsi d’ammirazione renitente, anche alla luce del pensiero primario: non si può concedere l’immobilità di tutti per il galleggiamento di uno solo.

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03 Agosto 2011, 00:00

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