23 Aprile 2016, 16:06
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PALERMO – E’ un modo per rubare le banconote erogate dallo sportello attraverso uno strumento metallico simile a una grande forchetta, con due “denti” su un’estremità. La forcella viene posizionata nella bocchetta dell’erogatore bancomat dai malviventi che subito dopo si allontanano, aspettano che un cliente effettui un prelievo di contante dallo sportello manomesso e il gioco è fatto.
Al momento del prelievo, infatti, l’utente si trova di fronte ad un’amarissima sorpresa: le banconote restano bloccate, non c’è modo di farle uscire. Il cliente ignaro di tutto evita di ritentare e si allontana, pensando ad un problema tecnico e, invece, è già finito in trappola. Un iter, quello previsto dal cosiddetto “Cash trapping” che si è ripetuto più volte in città, davanti agli sportelli bancomat. L’ultimo caso in via Damiani Almeyda, dove le artefici della truffa sono state arrestate: stavano attendendo che il malcapitato correntista prelevasse, ma il loro atteggiamento ha insospettito gli agenti delle volanti che le hanno bloccate.
E, in effetti, poco prima avevano collocato la forcella nell’erogatore bancomat della Credem. Ma in queste settimane le segnalazioni di malfunzionamenti e presunte truffe si sono moltiplicate. L’aiuto delle forze dell’ordine è stato chiesto in via Terrasanta, in piazza Leoni, in via Roma: per fortuna si trattava soltanto di malfunzionamenti o gusti temporanei, ma una sorta di psicosi si sta diffondendo tra i clienti degli istituti bancari che sperano di non finire nella rete dei malviventi. Negli scorsi mesi i truffatori sono entrati in azione anche con un sistema tecnologicamente più “sofisticato”. Ovvero lo “skimmer”, un altro dispositivo artigianale in cui erano stati inseriti dei componenti elettronici in grado di catturare i dati delle bande magnetiche. Quando un uomo ha provato a prelevare al bancomat del Monte Paschi di Siena di piazzetta Aldo Moro, non ci è riuscito. E sono così partiti gli accertamenti.
Secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione, è necessario che la banca dimostri di avere attuato misure idonee a garantire la sicurezza del servizio da eventuali manomissioni, anche se la denuncia di sottrazione o furto, fatta dal cliente, non è tempestiva. La decisione si basa sul caso di un palermitano che si è rivolto anche a Federconsumatori – aveva subito il furto di una cospicua somma di denaro dopo aver tentato di prelevare: la carta era stata trattenuta dall’apparecchio. Una persona gli si era avvicinata tentando di aiutarlo e riuscì ad avere il pin. Peccato si trattasse proprio del truffatore, che poco prima, aveva manomesso l’erogatore. Nonostante le segnalazioni al direttore della filiale e la denuncia alle forze dell’ordine, qualche giorno dopo, al cliente era stato negato il rimborso: la banca sosteneva fosse troppo tardi. La Cassazione le ha dato torto. Ma si tratta soltanto di alcuni degli escamotage messi in atto, sempre più diffusi da un capo all’altro della città, specie nelle zone più centrali, dove il bacino d’utenza è più ampio.
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23 Aprile 2016, 16:06