Ragusa, l’allarme della Questura:| “Gruppo crimanale dietro gli sbarchi”

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18 Febbraio 2011, 13:19

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Dietro gli sbarchi degli ultimi giorni nel ragusano potrebbe esserci una organizzazione ben ramificata sul territorio specializzata nelle traversate della speranza, incrementate dai disordini che hanno coinvolto i paesi del nord Africa.

L’hanno ribadito congiuntamente, nel corso di una conferenza stampa, il questore di Ragusa Filippo Barboso, il capo della Mobile di Ragusa Francesco Marino, il colonnello della Finanza Francesco Fallica, il tenente colonnello dei Carabinieri Nicodemo Macrì e il capitano Alessio Artioli.

Paradigma della rete dei trafficanti di uomini è stato l’arresto per favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina di Ben Meftah Zied, un cittadino tunisino 21enne, residente a Palma di Montechiaro, ma fermato a Santa Croce due giorni fa.

“Subito dopo gli sbarchi, – ha spiegato il tenente Macrì – avvenuti tra Punta Braccetto e Marina di Ragusa il 14 febbraio scorso, avevamo allertato le nostre pattuglie per individuare sul territorio la presenza di clandestini. Nel corso di uno dei normali controlli a Casuzze sono stati fermati quattro egiziani che camminavano per le vie del centro. Interrogandoli siamo arrivati in un’abitazione che conteneva 30 extracomunitari”.

I 30, tutti provenienti dall’Egitto, hanno fornito agli inquirenti le indicazioni che hanno portato alla cattura del basista tunisino. In particolare la descrizione dello scooter ha portato gli inquirenti alla sua individuazione.

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“Abbiamo pensato subito – ha precisato il capitano Artioli – che per come era avvenuto lo sbarco poteva esserci una organizzazione dietro. Infatti esisteva una nave madre e una più piccola che faceva la spola tra l’imbarcazione più grande e la spiaggia. Quindi doveva esserci qualcuno che aspettava i migranti e che li avrebbe portati in seguito in un luogo sicuro”.

Anche secondo il capo della Mobile Marino si può parlare di una “organizzazione ben ramificata”, anche perchè il cittadino tunisino, residente in provincia di Agrigento, “avrà avuto agganci sicuri a Santa Croce”.

I migranti sono stati già rimpatriati e ieri il Gip di Ragusa ha convalidato il fermo del basista tunisino che attualmente si trova nel carcere ibleo.

Il questore ha invitato i giornalisti a non diffondere troppe cifre sulla situazione del centro di Pozzallo, perché “la gente che è lì ha lasciato tutto ed è pronta a morire per questo Eldorado che spera di trovare in Europa. Ho visto io stesso atti di autolesionismo. All’interno loro ascoltano i tg e leggono e state sicuri che sono disposti a tutto”.

In totale i rimpatriati da Ragusa sono stati una sessantina, tranne i minorenni, circa una decina, che sono stati accolti nelle varie comunità.

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18 Febbraio 2011, 13:19

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