Cronaca

Rap, è guerra di esposti| Tari congelata per il 2020

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20 Giugno 2020, 06:02

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PALERMO – Sulla Rap si scatena la “guerra” degli esposti alla Corte dei Conti,  mentre rimangono congelate per il 2020 le tariffe della Tari. Due giorni dopo il riconoscimento del debito fuori bilancio da 9,5 milioni di euro per la società di piazzetta Cairoli, non si placano le polemiche che promettono di divampare anche nelle prossime settimane, quando a Sala delle Lapidi arriverà il nuovo contratto di servizio della Rap.

Il punto sono sempre gli extra-costi che la partecipata sostiene ormai un anno per la chiusura di Bellolampo, la discarica che rimarrà interdetta almeno fino al 2021 stando alle ultime note di fuoco tra la Regione e la Rap. Per il 2019 si tratta di quasi 10 milioni di euro che saranno coperti solo in parte dalla Finanziaria di Palazzo dei Normanni (si attende lo sblocco dei fondi), ma che nel frattempo anticipa il comune di Palermo grazie alle somme appostate nel novembre scorso in sede di assestamento di bilancio. Soldi tolti a teatri e attività varie, anche su pressing dei Revisori, ma che hanno evitato un altro buco nei conti della Rap e quindi del Comune.

Il consiglio ha così deciso di riconoscere il debito fuori bilancio approvando la delibera della giunta così com’era, bocciando l’emendamento preparato da Ugo Forello che avrebbe invece scaricato sull’amministrazione e sugli uffici la responsabilità di non aver previsto per tempo gli extra-costi e quindi di non aver ritoccato al rialzo le tariffe Tari. Ma, passato il voto, la vicenda rischia di avere altri strascichi.

GLI ESPOSTI Ugo Forello e Giulia Argiroffi hanno infatti presentato un esposto alla Corte dei Conti: i soldi per finanziare il ciclo dei rifiuti, per legge, possono essere presi solo dalla Tari e quindi aver attinto i 9,5 milioni da altri capitoli configurerebbe un danno erariale. “L’esposto è un atto dovuto perché in questa vicenda le responsabilità del consiglio, per come ha approvato l’atto nonostante i pareri e l’esercizio provvisorio in corso, dell’amministrazione, della partecipata e degli uffici è evidente. Questo è un debito fuori bilancio del tutto anomalo che riguarda il costo di un servizio che da mesi, da quando il consiglio ha approvato le tariffe Tari a marzo 2019, era noto e prevedibile”.

Il sindaco però non ha voluto lasciare il pallino nelle mani dell’ex cinque stelle e ha inviato a sua volta tutte le carte alla Corte dei Conti, sia la delibera di giovedì che quella di giunta. “La maggioranza – dichiara il Professore – ha assunto un provvedimento di grande lungimiranza per una azienda e per servizi strategici alla città, il tutto senza gravare sui cittadini con aumenti della Tari. Credo quindi necessario ed urgente sia messo un punto fermo su questa vicenda che permetta all’azienda e ai suoi lavoratori di proseguire con serenità sottraendosi a speculazioni e polemiche politiche che non giovano alla città”.

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GLI ALTRI COSTI Ma il grande interrogativo riguarda gli extra-costi del 2020. Bellolampo non riaprirà prima del prossimo anno e, numeri alla mano, si prevedono almeno altri 20 milioni di euro da trovare per trasportare altrove i rifiuti. “Fin quando la settima vasca non sarà pronta, tutti i costi dovranno essere necessariamente coperti con un aumento della Tari – dice Forello – E se il nuovo contratto di servizio non includerà anche questi extra-costi, sarà incompleto e non potrà mai essere approvato”. Già, perché entro giugno il consiglio comunale deve discutere il nuovo contratto di servizio della Rap, scaduto da sei mesi e in proroga, da cui togliere la manutenzione stradale (che andrà affidata con una gara a un privato, sebbene l’iter sia ancora alle fasi iniziali). Un contratto che da un lato dovrà evitare il fallimento dell’azienda, ma dall’altro andrà finanziato con la Tari. “Leggiamo di polemiche incrociate che rischiano di distrarre tutti dal prossimo obiettivo, ossia la discussione del nuovo contratto che sarà uno snodo fondamentale per il futuro – dice il sindacato Fiadel – Ci auguriamo che le liti lascino il posto a un confronto serrato per il bene di tutti, dei palermitani in primis”.

LA TARI 2020 Nel frattempo la giunta Orlando ha inviato ai Revisori la delibera di consiglio che congela le tariffe Tari per il 2020, seguendo quello che aveva stabilito il consiglio comunale approvando un emendamento di Forello. In pratica saranno applicate le stesse tariffe del 2019 e, solo a dicembre, si faranno i conti, sperando che lo Stato intervenga a favore dei comuni tappando i buchi nei bilanci. “Solo a quel punto – dicono gli assessori D’Agostino e Marino – sarà chiaro se un aumento sarà necessario e, in tal caso, ‘spalmato’ su tre anni, durante i quali potrebbero però essere a sua volta compensato dall’auspicabile realizzazione della settima vasca e dall’avvio di altri impianti che ridurrebbero i costi complessivi”. Quindi quanto si pagherà? Prendendo in considerazione un appartamento di 100 metri quadrati, un single continuerà a pagare 217 euro l’anno; una coppia 265 euro; una famiglia di tre persone 293 euro; per quattro persone 320 euro, che diventano 335 per cinque componenti e 235 se si arriva a sei o più.

LOTTA ALL’EVASIONE La speranza di Palazzo delle Aquile è che chi ha sempre pagato continui a pagare, crisi permettendo, ma anche che inizi a farlo chi finora ha fatto il “furbetto”. Sala delle Lapidi dovrebbe discutere anche del nuovo regolamento anti-evasione che prevede dal 2021 pene severe per chi non versa quanto dovuto, anche se il provvedimento potrebbe a questo punto slittare alle prossime settimane.

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20 Giugno 2020, 06:02

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