24 Ottobre 2018, 06:16
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PALERMO – Una “soluzione conciliativa”, ossia una transazione per chiudere la partita di crediti e debiti col Comune di Palermo e azzerare così i disallineamenti. La Rap ha approvato alcune settimane fa il proprio bilancio del 2016 con un attivo di poco meno di 20 mila euro, ma il documento è arrivato solo ieri alla commissione Bilancio di Palazzo delle Aquile, provocando non poche tensioni politiche proprio nel bel mezzo della discussione sul consuntivo 2017 del Comune. Perché se Rap e Amap hanno approvato i loro documenti finanziari, l’Amat è ancora ferma in mezzo al guado e proprio questa settimana le aziende saranno ascoltate in consiglio.
Il bilancio approvato da Rap si riferisce al 2016 e quindi descrive una realtà ormai abbondantemente superata, ma il punto più importante sono proprio i disallineamenti. Nel consolidato 2016 i disallineamenti con Rap ammontavano a 20,4 milioni, di cui poco più di sei a carico di Palazzo delle Aquile e 13,5 a carico della società; cifra che la direttiva del sindaco ha fatto scendere a 5,2 milioni visto che gli altri 7,5 se li è accollati il Comune. Ma la Rap da dove ha preso i soldi? Il bilancio parla per l’appunto di una soluzione conciliativa: a fronte di crediti vantati al 31 dicembre 2016, tra cui rientravano i 20 milioni dei disallineamenti, l’azienda ha eliminato dal proprio bilancio quelle somme che non risultavano nei conti del Comune (i 5,2 milioni) attingendo per intero al fondo di svalutazione crediti accantonato negli anni, che così è stato azzerato.
Operazione che però le opposizioni contestano. “I conti non tornano – dice il capogruppo M5s Ugo Forello – E il Comune, nella qualità di socio unico, avrebbe dovuto verificare bene, prima di approvare una simile proposta di bilancio. Dalla relazione sulla gestione di bilancio 2016 emerge un quadro poco chiaro e trasparente: infatti non si dà esecuzione alla direttiva del sindaco sui disallineamenti, ma si parla di una ‘soluzione conciliativa’ non meglio precisata. Ma la cosa più strana è l’ammontare delle partite da riconciliare, che sembrerebbe determinare un dato difforme rispetto al bilancio consolidato 2016 dove si era attestato che il disallineamento era pari a circa 20 milioni di euro. Il presidente Norata, invece, oggi afferma che il comune avrebbe riconosciuto un monte crediti a favore della Rap di poco più di 20 milioni di euro, somma che era ancora oggetto di verifica; mentre la partecipata avrebbe, da parte sua, cancellato le poste contestate dal Comune, pari a poco più di cinque milioni. Tutto ciò significa che il disallineamento era maggiore di quello attestato? Sembra quasi che il Comune, da una parte, riconosca alla Rap la stessa somma che poi richiede di cancellare. Purtroppo sembra che l’opacità e l’incapacità di creare un sistema di controllo analogo siano ancora oggi una costante”.
Dall’azienda spiegano che non ci sarebbe alcuna discrepanza e che i conti sono in ordine: “Dopo due anni di dialogo e confronto tra l’azienda e il socio unico – spiegano da Rap – si è arrivati finalmente a un punto d’incontro, con il risultato che i numeri di entrambe le parti coincidono. La Rap vantava nel 2016 una cinquantina di milioni di crediti e il confronto col Comune si è attivato su circa la metà di questa cifra, giungendo a una soluzione a fine settembre alla presenza di tutte le parti in causa. Un percorso di conciliazione che riguarda anche il 2017”. Insomma per la Rap i numeri sarebbero a posto, così come l’obiettivo sarebbe stato centrato al di là del nome che si vuole dare all’operazione.
“Mi preoccupa la gestione 2018 di Rap che registra una perdita di circa un milione al mese – dice però Fabrizio Ferrandelli – Se a questo buca sottraiamo le somme stralciate gli anni precedenti, l’azienda rischia seriamente”. A gettare acqua sul fuoco ci pensa però la maggioranza.
“La Rap ha chiuso il bilancio 2016 in utile, nonostante lo sforzo fatto per riallineare i conti eliminando i problemi del passato, e ha evitato una crisi che avrebbe avuto pesantissime conseguenze sull’azienda – dice Dario Chinnici, capogruppo del Pd – Un risultato importante a salvaguardia della società e dei dipendenti che stanno compiendo un grande sforzo per garantire i servizi, nonostante le condizioni oggettivamente difficili. Va dato merito va all’amministratore unico, Giuseppe Norata, di essere riuscito in pochissimo tempo a imprimere una svolta alla Rap, dando un segnale positivo anche per il futuro. Il Comune adesso è chiamato a fare la sua parte, rivedendo i contratti di servizio e avviando una seria riflessione sui servizi”.
“Il collegio sindacale e la società esterna di revisione hanno accertato che i conti di Rap sono in regola e che l’azienda gode di buona salute – dice Tony Sala, capogruppo di Palermo 2022 – Certamente c’è ancora tanto lavoro da fare per migliorare i servizi, ma si tratta di un’ottima base di partenza. Il fatto che la Rap e il Comune abbiano trovato una soluzione che ha consentito di eliminare le discrepanze su debiti e crediti pone le premesse per una gestione più attenta dell’azienda, che unisca gli equilibri economici ai servizi da garantire alla città”.
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24 Ottobre 2018, 06:16