24 Giugno 2020, 06:03
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PALERMO – Appena sei giorni per approvare il nuovo contratto di servizio della Rap, mentre resta il rebus sulla manutenzione delle strade. Inizia un altro conto alla rovescia per il consiglio comunale di Palermo, chiamato a discutere ed esitare in meno di una settimana il nuovo contratto fra Palazzo delle Aquile e la sua partecipata. Un obiettivo non da poco se si considera che si tratta di uno dei contratti più onerosi per la quinta città d’Italia, quasi 140 milioni di euro l’anno, e che riguarda uno dei settori più difficili da gestire, legato a doppio filo alla tanto vituperata Tari.
In realtà il contratto è scaduto la scorsa estate ed è stato già prorogato due volte e, vista la delicatezza della materia (il ciclo dei rifiuti), potrebbe essere prorogato ulteriormente fino a quando sarà necessario. “Non ci può essere alcun vuoto – dice l’assessore all’Ambiente Sergio Marino – Stiamo facendo delle riunioni con le commissioni consiliari, la nostra speranza è di chiudere tutto entro lunedì prossimo”.
Ma il vero punto interrogativo riguarda la manutenzione stradale. “Lo statuto della Rap è stato modificato, così come quello delle altre aziende, sulla base delle indicazioni dell’Autorità nazionale per l’anti-corruzione – dice il presidente dell’azienda, Giuseppe Norata – Il che significa che dal primo luglio non potremo più proseguire il servizio”. Un problema non di poco conto, se si considera che al momento il Comune non ha neanche bandito la gara per affidare il tutto ai privati e quindi il rischio è che dal prossimo mese nessuno rifaccia strade e marciapiedi.
“Il bando è quasi pronto – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Maria Prestigiacomo – ma stiamo aspettando alcune risposte da altri uffici comunali e poi ci sono alcuni adempimenti da assolvere. Al momento pensiamo a una gara da 28 milioni di euro per quattro anni, dividendo la città in otto ambiti”. La gara sarà curata dall’Urega e prevedrà otto ambiti che però non coincideranno con le circoscrizioni e, in teoria, ogni ambito potrebbe andare a una ditta diversa. “Abbiamo pensato a più imprese perché così, in caso di necessità, si potrà chiamare l’azienda che opera in un altro”, aggiunge l’assessore.
Ma una gara non ha certo tempi brevi e il rischio, più che mai concreto, è che dal primo luglio nessuno svolga il servizio, anche se i palermitani potrebbero anche non accorgersene: da gennaio a oggi le attività sono state ridotte praticamente al minimo. “L’unica possibilità è che il sindaco firmi un’ordinanza urgente – dice Norata – anche se per noi sarebbe sempre complicato”. Già, perché la Rap ha già iniziato a smantellare il settore: i dipendenti, circa un’ottantina, vengono via via spostati nei servizi operativi per la raccolta della differenziata e dell’indifferenziata, i macchinari verranno dismessi e quelli rotti non vengono più riparati. L’alternativa, in attesa dell’aggiudicazione ai privati, potrebbe essere quella di affidare il servizio alla Reset o al Coime sempre tramite ordinanza. Ma la Rap comunque non perderà tutto: gli interventi d’urgenza (per buche, tombini sfondati o macchie d’olio dopo gli incidenti) o il monitoraggio del manto stradale rimarranno in capo all’azienda.
L’attuale contratto di servizio prevedeva poco più di una decina di milioni per la manutenzione di strade e marciapiedi ma a fattura e la Rap, tra un problema e l’altro, nel 2019 ne ha usati appena cinque, il che significa che vedersi togliere il servizio, col nuovo contratto, provocherà una perdita comunque relativa. L’obiettivo, infatti, è raggiungere il pareggio con il nuovo contratto che, a differenza del vecchio, sarà dotato di schede più dettagliate e penali più severe ma non conterrà il corrispettivo di ogni servizio. In pratica alla Rap non verranno dati sempre gli stessi soldi, ma tutto dipenderà da quanto il Comune prevede di incassare ogni anno con la Tari che, leggi alla mano, è l’unico capitolo da cui poter attingere i fondi. “Inoltre l’affidamento sarà per 10 o 15 anni – aggiunge Norata – così come avviene per ogni altra azienda che debba programmare e realizzare investimenti a lungo termine”.
Il punto è che il piano economico e finanziario Tari del 2020 conterrà anche gli extra-costi dovuti alla chiusura di Bellolampo: sulla carta 27 milioni che però a fine anno potrebbero essere anche di meno. Da marzo a maggio la città ha prodotto 250 tonnellate in meno al giorno di immondizia, complici la chiusura dei negozi e lo stop ai pendolari, ma l’azienda ha risparmiato anche grazie alla cassa integrazione e alla riorganizzazione del personale che ha consentito di tagliare gli straordinari. Ma chi pagherà il conto? Il Comune sta anticipando le somme e non c’è dubbio che busserà ancora una volta alla porta della Regione (che ha già stanziato 7,5 milioni per il 2019), ma la speranza è legata anche al nuovo meccanismo introdotto dal governo nazionale: i buchi Tari del 2020 potranno essere spalmati sul triennio successivo.
“Diverse sono le questioni che dovranno essere approfondite e disciplinate – dice il consigliere Ugo Forello – L’inserimento dei costi relativi al trasporto dei rifiuti fuori la provincia per (almeno) un altro anno; la cessione del servizio di manutenzione delle strade connessa ai milioni di euro che il Comune di Palermo ha corrisposto in questi anni sotto forma di debiti fuori bilancio per incidenti e danni ai cittadini a causa della cattiva manutenzione di marciapiedi e strade; l’entità del corrispettivo del contratto che viene aumentato e tiene conto anche dei costi dei lavoratori che oggi sono impegnati nelle manutenzioni e che andrebbero a implementare il numero degli operatori ecologici, costi dovrebbero essere coperti con il gettito TARI; chi si occuperà della manutenzione delle strade a partire da luglio; i progetti e tempi specifici di implementazione della raccolta differenziata in tutta la città. Questi alcuni dei temi di fondamentale importanza che dovranno avere una dettagliata previsione per evitare di fare un salto nel buio per una società già profondamente provata, incapace di erogare un servizio dignitoso. Palermo, infatti, è e rimane una città sporca e trascurata”.
E infine il personale: passata la pandemia, la Rap ha ripreso in mano la pratica della mobilità di 94 operatori dalla Reset. Un’operazione al centro di verifiche e incontri, per assicurare che la procedura sia in linea con le norme e garantisca l’arrivo di forze fresche da poter impiegare su strada.
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