Rapimento Quattrocchi |Emesse tre condanne

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12 Gennaio 2013, 12:04

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BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) – Si è concluso con tre condanne e due assoluzioni il processo scaturito dal sequestro di Leonardo Quattrocchi, il pensionato di Barcellona rapito il 13 ottobre 2009. Un rapimento avvolto nel mistero per le dinamiche con cui si è svolto. I giudici del Tribunale di Barcellona hanno inflitto una condanna a 18 anni per colui che è stato ritenuto la “mente” del crimine, l’imprenditore edile Nicola Ruggeri, di San Filippo del Mela; 11 anni per la convivente di Ruggeri, la romena Alina Maria Neagu; 7 anni per il romeno Ioan Pohoat, 25 anni, fratello di Neagu.

Assolti, invece, Melin Pino, di Venetico, al tempo fidanzata di Pohoat, e Salvatore Urso, di Ragusa ma residente a Barcellona, impiegato all’agenzia delle entrate della città del Longano, amico fraterno del rapito.

Leonardo Quattrocchi fu sequestrato il 13 ottobre del 2009. Si trovava all’interno di un bar di Barcellona, quando fu prelevato e caricato a bordo di un’auto. Ad agire sarebbero stati Ruggeri e Pohoat. Riuscì a fuggire – disse la vittima – dopo 17 giorni trascorsi prima in una casa di Saponara e successivamente in un’abitazione di Venetico Marina. Ad accudirlo nella sua prigionìa – raccontò Quattrocchi ai carabinieri – due donne: Melin Pino ed un’altra, inizialmente indagata, ma la cui posizione fu poi archiviata.

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L’impiegato dell’agenzia delle entrate, Salvatore Urso, avrebbe avuto il compito di “tenere buona” la famiglia del rapito, per impedire che facesse denuncia di scomparsa, rassicurando la moglie della vittima e chiedendo alla stessa stessi abiti e biancheria utili a Quattrocchi durante il sequestro.

Un rapimento anomalo, visto che, secondo il racconto del rapito, pochi giorni dopo, il 18 ottobre, dopo averlo pestato, Ruggeri e Pohoat lo costrinsero a recarsi con loro a Milano, nella filiale di un istituto di credito. Lì, i tre si informarono sulla trasferimento di alcuni milioni di euro che dalla Svizzera dovevano transitare su un conto del sequestrato. Appresero, però, che la somma non sarebbe stata disponibile prima di 4 o 5 giorni. Tornarono in Sicilia – sempre a detta della vittima – rinchiudendo nuovamente Quattrocchi in un appartamento di Venetico Marina. Secondo quanto riferito ai carabinieri, il rapito riuscì a fuggire per una distrazione del suo carceriere romeno il 31 ottobre 2009.

Le indagini degli investigatori dell’Arma, però, non accertarono l’esistenza della somma che dalla Svizzera doveva transitare sul conto di Quattrocchi.

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12 Gennaio 2013, 12:04

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