17 Giugno 2015, 18:05
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PALERMO – Quei momenti di violenza scorrono nella sua mente uno dopo l’altro. Prima le minacce, poi la pistola puntata contro di lui e il sequestro. E’ stato chiuso nel gabbiotto che si trova accanto alla stazione di servizio in cui lavora, gli hanno legato mani e piedi, immobilizzandolo su una sedia. Ma chi è entrato in azione non si è fermato qui. L’ha preso a schiaffi, l’ha minacciato per zittirlo e muoversi indisturbato alla ricerca dell’incasso.
Sono le fasi della rapina choc messa a segno ieri sera al distributore di benzina Ip che si trova in via Galatea, a Partanna Mondello. Un colpo che ha fruttato circa mille euro, quelli con cui è fuggito il rapinatore che ha preso di mira Vincenzo Calamia, 21 anni. L’impiegato è stato colto alla sprovvista, non sa ancora se c’era qualcuno a fare da “palo” al malvivente:
“Io ho visto solo lui, ha fatto tutto da solo. Per impaurirmi mi ha chiuso in ufficio e mi ha legato. Poi mi ha dato due schiaffi fortissimi, mi ha puntato la pistola. Continuava a ripetermi che dovevo stare zitto. Ero completamente impotente, sotto choc. Mi tremavano le gambe, mi si è abbassata la pressione. Credevo che avrei perso i sensi”.
Momenti di terrore poco prima della chiusura. Il rapinatore è infatti entrato in azione intorno alle venti, puntando chiaramente all’incasso. “Già – prosegue Calamia – stavo per tornare a casa, ma invece la mia giornata si è conclusa con un incubo. La sensazione più brutta è quella dell’impotenza, rendersi conto di non potere fare nulla. Davanti alla tv, quando mi trovo di fronte a film polizieschi spesso mi immedesimo, penso che potrei reagire di fronte a determinate situazioni. E invece, ora che ho vissuto in prima persona cosa vuol dire essere nelle mani di un malintenzionato, so che la paura è in grado di neutralizzarci. E’ incredibile, sono traumatizzato”.
Il malvivente dopo il colpo si è dato alla fuga, gli investigatori stanno esaminando i video delle telecamere per raccogliere più elementi possibili e portare avanti le indagini. Per Vincenzo Calamia è invece stato necessario l’intervento del 118. “Mi fa ancora male un orecchio, parte della faccia è dolorante per via degli schiaffi. Se non fosse stato per una signora che dopo alcuni minuti si è fermata per fare benzina, sarei rimasto legato. Invece ho cominciato ad urlare e lei mi ha liberato, permettendomi di chiamare i carabinieri. E’ stata la fine dell’inferno”.
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17 Giugno 2015, 18:05