"Rapina con la pistola giocattolo", in tre finiscono a giudizio - Live Sicilia

“Rapina con la pistola giocattolo”, in tre finiscono a giudizio

Furono scoperti dai carabinieri, che avevano messo un gps nella loro Punto.
SAN GIOVANNI LA PUNTA
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CATANIA. Quando li arrestarono, sei mesi fa, gli contestarono anche altre due rapine. Adesso però due catanesi di Aci Sant’Antonio, Marco Privitera e Angelo Maimone, rispettivamente di 38 e 46 anni, saranno processati per un terzo episodio, una tentata rapina ai danni di un ufficio di spedizioni di San Giovanni La Punta, assieme a una terza presunta complice, Carmela Maimone, 52 anni, sorella di Angelo.

I tre sarebbero entrati in azione in via Etnea a San Giovanni La Punta il 3 maggio scorso, ma i carabinieri li hanno arrestati nel giro di pochissimi minuti, perché stavano seguendo con un gps i loro movimenti e li hanno inchiodati, tant’è che dopo esser stati intercettati Privitera consegnò spontaneamente l’arma giocattolo che avevano utilizzato. In pratica era stato proprio quest’ultimo a entrare all’interno di un’agenzia privata, a minacciare la dipendente puntandole una pistola al petto e facendosi consegnare il denaro, all’incirca 250 euro.

Una volta fuori però la cattura e l’individuazione, in breve. Il processo, con rito abbreviato, a gennaio riguarderà solo questa tentata rapina in concorso aggravato e aggravata anche dall’utilizzo di un’arma, ancorché giocattolo, dinanzi al gup Luca Lorenzetti.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, fratello e sorella si sarebbero messi nei sedili davanti in macchina al fine di apparire una coppia e non dare nell’occhio. Dietro, in una Fiat Punto con i vetri posteriori oscurati, si sarebbe messo invece Privitera. Nonostante questi accorgimenti, ad ogni modo, finirono in manette.


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