07 Aprile 2018, 06:07
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PALERMO – “Non avevo dato l’ok di aprire il portellone e fare scendere il portavalori”. Sono partite dalla frase di un collega le indagini che hanno inguaiato la guardia giurata Giovanni Giotti, considerato il basista dell’assalto al portavalori avvenuto nel 2016 in via Salvatore Puglisi.
Secondo l’accusa, Giotti era d’accordo con gli altri componenti del commando, ma avrebbe recitato la parte della vittima. Era tutta una finzione, a cominciare dalle parole “apri, apri, altrimenti li ammazziamo” che gli furono rivolte. Il portellone del furgone dell’agenzia di sicurezza privata era già stato aperto. I rapinatori immobilizzarono i colleghi di Giotti che fu trovato accasciato sul sedile del guidatore. Diceva di stare male. Eppure rifiutò di farsi refertare dal personale del 118 per il colpo che diceva di avere rimediato sulla nuca. Non andò in ospedale.
È la prima di una serie di anomalie riscontrare dai poliziotti della Mobile e riportati nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Annalisa Tesoriere. Il collega ha negato di aver dato l’ok, ma Giotti ha fornito una versione diversa: “… mi ha fatto un gesto col capo, facendomi intendere che potevo aprire. Io, pertanto, aprivo il portellone… mi ha detto un sacco di parolacce, minacciandomi di morte se non avessi aperto la cassaforte. Io mi rifiutavo e lui mi ha colpito alla nuca”.
Altra anomalia: un commando composto da almeno tre persone armate aveva assaltato il portavalori, immobilizzando le guardie giurate, ma Giotti sosteneva che “data l’assoluta tranquillità che regnava intorno al mezzo, aprivo uno spiraglio dello sportello anteriore destro per riuscire a capire cosa stesse capitando al collega per terra”.
Non si era accorto di nulla, ma il giudice non crede alla sua versione: “… aprì ai malviventi il furgone dopo essere stato nelle piene condizioni di avvedersi della aggressione subita da entrambi i colleghi”.
Non poteva non essersene accorto visto che via Salvatore Puglisi, non lontano da via Sampolo e via Autonomia Siciliana, è una strada stretta. I rapinatori si sarebbero nascosti in una zona a verde e, sfruttando un buco, sarebbero piombati sul portavalori.
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07 Aprile 2018, 06:07