08 Novembre 2014, 19:49
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PALERMO – La messa in scena prevede una pianificazione attenta, studiata in ogni dettaglio. L’organizzazione del colpo prevede anche di “recitare” una parte sperando, nella maggior parte dei casi, di accaparrarsi la fiducia della vittima. Quest’ultima nel giro di pochi secondi si rende conto di essere finita in trappola, ma è quasi sempre troppo tardi per chiedere aiuto. Il finto finanziere, agente del gas o funzionario Inps, a quel punto, ha infatti già la situazione in pugno e insieme ai complici passa al setaccio l’appartamento costringendo la vittima ad assistere, impotente, al suo progetto.
Ma le nuove tecniche adottate dai rapinatori, a Palermo, sembrano non conoscere confini. Oltre alle bande che si fingono forze dell’ordine – una delle quali finita in manette quindici giorni fa – ad entrare in azione ci sono gruppi di malviventi che per assaltare gli appartamenti danno vita ad improvvise interruzioni della corrente elettrica o a guasti dell’antenna tv. Un metodo che fa leva sulla preoccupazione del proprietario di casa che, in apprensione, esce dalla propria abitazione per capire cosa succede. A quel punto il confine tra la tranquillità quotidiana e l’incubo può diventare davvero labile. Decine di anziani in città si sono improvvisamente ritrovati immobilizzati ad una sedia o al letto nel giro di pochi secondi. Specialmente quelli che dopo aver sentito bussare al citofono o alla porta, anche in orari inconsueti, hanno ingenuamente aperto la porta.
Si sono trovati faccia a faccia coi banditi, gli stessi che poco prima avevano detto di dover consegnare un pacco fingendosi postini o che avevano chiesto aiuto perché rimasti in panne con la propria auto. Entrambi i casi si sono verificati a Palermo, nello specifico in via Generale Albricci – zona Romagnolo – e a Bagheria. Momenti di terrore che hanno trovato un punto soltanto con la fuga dei malviventi e disperate grida d’aiuto da parte delle vittime, trovate quasi sempre sotto choc. Ma non finisce qui, perché tra i nuovi escamotage accertati dalla Questura di Palermo c’é quello in cui i rapinatori, provvisti di bacinelle, gettano grosse quantità d’acqua sulla porta d’ingresso della vittima designata, simulando un allagamento del pianerottolo. Una strategia che, inevitabilmente, provoca l’apertura della porta dell’appartamento: il proprietario ha paura che l’acqua stia entrando in casa e, invece, si ritrova immobilizzato dai malviventi.
La lista degli episodi avvenuti a Palermo e Provincia ha visto gonfiare i suoi numeri negli ultimi tre anni. Le rapine in appartamento, con tanto di sequestro di persona e violenza, infatti, hanno subito una forte escalation in città. Le vittime privilegiate sono le donne sole o gli anziani, ma a tutti i cittadini la polizia ha recentemente consigliato di non aprire mai la porta, specie di notte. In occasione dell’arresto della banda di finti finanzieri, che aveva messo a segno colpi violenti ai danni di facoltosi imprenditori, la dirigente della sezione Antirapina Silvia Como ha precisato: “Non bisogna aprire si notte neppure a chi si presenta come esponente delle forze dell’ordine. Le rapine nelle abitazioni – ha aggiunto – fino ad alcuni anni fa non esistevano. Si tratta di un fenomeno recente e in grande crescita. Se qualcuno dovesse presentarsi come esponente delle forze dell’ordine è necessario controllare chiamando il centralino di polizia, carabinieri e finanza per verificare”.
E le parole della polizia trovano immediato riscontro nei dati relativi agli ultimi tre anni. Fino al 2011, infatti, il fenomeno non era ancora così diffuso, ma dal 2012 in poi, sono state almeno cinque al mese le rapine in casa denunciate a Palermo e provincia. Quarantacinque dal primo gennaio al trenta settembre del 2013, quarantaquattro quest’anno. Trentotto, fino ad oggi, sono avvenute in abitazioni della città, dal centro alla periferia. Rapine “con il trucco” che la fanno pagare cara a chi per pochi secondi abbassa la guardia: “Durante episodi simili – spiegano dalla polizia – viene profondamente violata l’intimità della vittima, che spesso poi, non si sente più al sicuro nella propria casa e vive in uno stato d’ansia. Per questo abbiamo diffuso un vademecum utile a non finire in trappola”.
Eccolo: Non aprite la porta di casa a sconosciuti anche se vestono un’uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità.
Ricordatevi che prima di fare dei controlli nelle case, gli enti affiggono avvisi nel palazzo.
Verificate sempre con una telefonata da quale servizio sono stati mandati gli operai che bussano alla vostra porta e per quali motivi.
Se non ricevete rassicurazioni, non aprite per nessun motivo.
Ricordate che nessun ente manda personale a casa per il pagamento delle bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false date erroneamente.
Per qualunque problema e per chiarivi qualsiasi dubbio non esitate a chiamare il 113.
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08 Novembre 2014, 19:49