10 Giugno 2013, 11:55
2 min di lettura
VERBANIA – Avevano fatto irruzione in due banche con il volto coperto. Poi, avevano immobilizzato gli impiegati ed i clienti al momento presenti negli istituti di credito, per rimanere per più di un’ora in attesa che si sbloccassero i congegni automatici di apertura. Una volta raccolti i soldi, erano scappati con il bottino.
Un meccanismo che una banda di rapinatori palermitani in trasferta aveva adottato per ben due volte all’interno di due banche di Verbania. Dopo le indagini della squadra mobile, gli autori dei due colpi – messi a segno il 24 febbraio ed il 30 marzo dell’anno scorso, rispettivamente presso la Banca Popolare di Novara di Piedimulera e presso la Banca Popolare di Intra di Pieve Vergonte – sono finiti in manette.
Si tratta di Carlo Cardella, residente alla Zisa e già dietro le sbarre in seguiito ad un precedente arresto; Alessandro Mazzè, che abita nel quartiere Oreto, la stessa zona in cui vive Davide Lo Iacono; Benedetto Messina, pure lui della Zisa; Ignazio Gambino, originario dell’Arenella , ma già detenuto nel carcere di La Spezia.
Le due rapine avevano fruttato un maxi bottino che ammontava ad oltre 240.000 euro: di 50mila euro la prima, di 170mila seconda. Nel primo caso la banda era entrata in azione con dei taglierini. Inizialmente i rapinatori avevano svuotato la cassa, poi dopo aver chiesto agli addetti informazioni sull’apertura della cassaforte a tempo del bancomat, caricato per il fine settimana, hanno deciso di attendere l’erogazione dei soldi per impadronirsi anche di quel denaro.
Dopo essersene impossessati, i rapinatori hanno legato i quattro impiegati e si sono allonati dal luogo della rapina con calma. A lanciare l’allarme era stato uno dei dipendenti, riuscito a liberarsi. Lo stesso modus operandi, è stato adottato dalla banda palermitana nel corso della seconda rapina, dopo la quale la polizia aveva raccolto importanti elementi, come alcuni campioni di dna e impronte. Fondamentali le testimonianze fornite dalle vittime. Le misure cautelari sono state disposte dal Gip del Tribunale di Verbania, mentre le indagini sono state condotte dalla squadra mobile di Verbania e quella di Palermo.
Pubblicato il
10 Giugno 2013, 11:55