11 Aprile 2014, 15:01
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PALERMO – Al momento gli contestano due rapine, ma in ballo c’è l’ipotesi che possano essere gli autori degli altri colpi violenti messi a segno negli ultimi mesi in città.
In manette sono finiti Raimondo Gagliano, 45 anni, Francesco Lo Nardo, 62 anni, Rosolino Mulieddu e Dario Micciché, entrambi ventiduenni (gli sono stati concessi i domiciliari). I primi due sono vecchie conoscenze delle forze dell’ordine. Hanno precedenti per rapina e soprattutto sono due ex collaboratori di giustizia. Gagliano e Lo Nardo, infatti, erano stati stati arrestati nel 2005 in una mega operazione denominata “Notte di San Lorenzo”. Finirono in carcere assieme ad altre 82 persone. E raccontarono i segreti del racket, delle rapine e del controllo mafioso del quartiere Zen. Nel 2007, però, i due anni hanno deciso di lasciare il programma di protezione. Gli sarebbe pure stata riconosciuta una sorta di buonuscita. Oggi si scopre che avrebbe fatto parte di una banda di rapinatori.
Il primo colpo che gli viene contestato è stato messo a segno ai danni di quattro persone in via Porta di Castro. I rapinatori, arrivati a bordo di una Fiat Uno, avevano il volto coperto da passamontagna e uno di loro era armato di pistola. Bottino: quattro telefoni cellulari e 150 euro. Due giorni dopo, il 30 marzo, in due avevano fatto irruzione al bar Al Castello. Erano da poco trascorse le sei del mattino e nel locale di via Einaudi, allo Zen, stavano preparando la merce. Il figlio del titolare reagì colpendo con una coltellata alla testa uno dei rapinatori che esplose un colpo di pistola in aria. Le indagini degli uomini della Sezione criminalità diffusa della Squadra mobile hanno scovato le immagini di due telecamere piazzate in via Dalvise, non lontano dal bar preso di mira dai rapinatori. Al civico 3 della strada abita Gagliano. Nelle immagini si vedeva la sua partenza a bordo di una Fiat 500 e l’arrivo di un ragazzo travisato che, però, gli investigatori hanno identificato in Mulieddu, fratello della compagna di Gagliano. Gli orari sono compatibili con quelli della rapina. Inevitabile, visti i contatti fra Gagliano e Lo Nardo, che gli agenti si concentrassero su quest’ultimo. Lo hanno trovato a casa del padre in via Lincoln nascosto nello sgabuzzino. Aveva una ferita alla testa. Agli investigatori ha prima detto di essersi fatto male cadendo dalle scale. Poi, ha confessato la rapina al bar. Non è tutto, perché Lo Nardo ha pure ammesso di essere l’autore del colpo di via Porta di Castro. I giovani rapinati non erano, come hanno falsamente dichiarato, dentro una macchina, ma all’interno di una sala biliardi abusiva dove stavano giocando d’azzardo. Anche Gagliano ha confermato le accuse, aggiungendo che Lo Nardo si era fatto medicare la ferita alla testa a casa di sua madre.
Fin qui quanto accertato, ma gli agenti coordinati dal vice questore Carmine Mosca stanno battendo un’altra pista investigativa. Di cui si sa ancora pochissimo. Sembrerebbe che dalle testimonianze di alcune vittime di altre rapine ci sia compatibilità fra i rapinatori descritti e alcuni dei fermati di oggi. Negli ultimi mesi Palermo è stata teatro di violente aggressioni. Tra queste, gli agguati a Riccardo Costa, titolare dell’omonimo bar di via Gabriele D’annunzio, e a Guido Gattuso, titolare della pizzeria “Arcimboldo” all’interno del Tc2.
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11 Aprile 2014, 15:01