27 Luglio 2018, 13:56
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PALERMO – La microspia piazzata sulla macchina di Giampiero Tocco registrò le fasi del rapimento. Uno dei finti poliziotti, Salvatore Gregoli, alzò la paletta per intimare l’alt alla vittima: ” … buona sera… scenda un attimo per favore… parcheggia un po’ più avanti… la multa… è successo qualche cosa che…”. L’epilogo di quel finto posto di blocco fu l’omicidio di Tocco. Gregoli è stato oggi condannato a 30 anni dal giudice per l’udienza preliminare Fabrizio Molinari, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Roberto Tartaglia. Solo la scelta del rito alternativo e dello sconto di pena previsto gli ha evitato l’ergastolo.
Non si aspettavano che Tocco fosse in macchina con la figlia di sette anni: “…. c’è a picciridda nna machina… camu a fari cu sta picciridda”. La bambina piangeva: ” … papà, papà… non andartene… “. Il padre capì che stava andando incontro alla morte e tentò di salvare la figlia: “… non prendetevela con lei, è chiaro?… “.
La figlia chiamò subito la madre: ” … mamma, mamma, la polizia ha preso papà… hanno controllato se aveva la patente, non so dove è andato, mi sono spaventata da morire… lo mandano in galera? … voglio andare via, non mi sento bene… ‘”. in macchian cominciò l’interrogatorio di Tocco: “… fustivu a Partinico stamatina?… a cu ammazzasti?”. Gli attribuivano il delitto di Giuseppe Di Maggio, figlio di don Procopio,, boss di Cinisi. “Io ti ammazzo… facemu i cosi beddi puliti”, disse uno dei componenti del commando. Tocco pensava solo alla figlia: “C’è a picciridda in macchina”.
In un altro processo sono ancora imputati Vincenzo e Giovanbattista Pipitone, Salvatore Cataldo e Antonino Di Maggio. Sull’omicidio Tocco, e su altri delitti, i pm Roberto Tartaglia, Annamaria Picozzi e Amelia Luise hanno fatto luce grazie alle rivelazioni del pentito Antonino Pipitone. In precedenza erano già stati condannati all’ergastolo Salvatore e Sandro Lo Piccolo, capimafia di San Lorenzo che ordinarono il delitto. Sarebbero stati proprio i Lo Piccolo, che riponevano in lui piena fiducia, a incaricare Gregoli nonostante appartenesse ad un’altra famiglia mafiosa, quella di Santa Maria del Gesù.
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27 Luglio 2018, 13:56