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‘Reddito’ alla famiglia del killer di Livatino: sequestrate 8 social card

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19 Novembre 2020, 09:51

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AGRIGENTO – Reddito di cittadinanza erogato a persone attualmente in carcere per mafia, droga, furti e altri reati comuni. Tra le famiglie che hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza vi è anche quella di uno degli esecutori dell’omicidio del Giudice Rosario Livatino, condannato in via definitiva per omicidio, associazione per delinquere di stampo mafioso ed altro a 7 ergastoli. La Guardia di Finanza di Agrigento, coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal sostituto Gloria Andreoli, ha eseguito questa mattina il sequestro preventivo di 8 social card utilizzate per fruire del reddito di cittadinanza.

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Già nel settembre scorso altri 11 sequestri erano stati effettuati dalle Fiamme Gialle nell’ambito di un’inchiesta che vede oltre sessanta indagati. I reati contestati sono indebita percezione di reddito di cittadinanza e falso in autodichiarazione. Secondo una prima stima il danno alle casse pubbliche ammonterebbe ad oltre 100 mila euro. L’inchiesta della Procura di Agrigento mira al contrasto del fenomeno dell’indebita percezione del reddito di cittadinanza. Per beneficiare del sussidio, nato come misura di sostegno al reddito familiare, bisogna avere alcuni requisiti fondamentali che in un primo momento vengono auto-certificati dal richiedente. Tra questi requisiti – pena l’esclusione – bisogna non essere sottoposti a misure cautelari personali o aver riportato la condanna per gravi delitti. Il discorso vale anche per l’intero nucleo familiare.Sono in corso ulteriori indagini per identificare altri illegittimi percettori del reddito di cittadinanza.

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19 Novembre 2020, 09:51

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