08 Agosto 2023, 06:30
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PALERMO – La Sicilia perderà oltre 24 milioni di euro al mese se il taglio del Reddito di cittadinanza sarà confermato nei modi e nei tempi previsti dalla norma. Lo mette nero su bianco uno studio dell’osservatorio dello Spi Cgil Sicilia, un calcolo che nasce sulla base dei dati dell’osservatorio Rdc dell’Inps relativi al mese di giugno.
Pallottoliere alla mano, la sospensione del Reddito di cittadinanza riguarderà 37.645 nuclei familiari siciliani. In provincia di Palermo le famiglie coinvolte sono 11.573. Nel Catanese 8.974. In provincia di Siracusa i nuclei interessati sono 2.844, 3.144 nel Trapanese, 1.728 nel Nisseno, 2.986 nell’Agrigentino. In provincia di Messina 3.937, 1.162 nel Ragusano e 1.297 in provincia di Enna. L’importo totale delle somme supera i 24 milioni di euro mensili.
Cifre di gran lunga superiori a quelle di altre regioni. Lo studio del sindacato, infatti, calcola contestualmente le somme relative a Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Toscana e Piemonte. La fotografia scattata dal sindacato è nitida. In Lombardia gli ex percettori del reddito ammontano a 7.364 per un totale di quasi quattro milioni di euro “tagliati”. In Toscana perdono il sussidio 4.094 famiglie per un totale di poco più di due milioni di euro. In Emilia Romagna le famiglie coinvolte sono 3.557 per un totale che sfiora i due milioni di euro. Quasi il doppio il numero relativo al Piemonte: 7.299 nuclei coinvolti e poco più di 4 milioni di euro. In Veneto 2.141 nuclei coinvolti nella sforbiciata del sussidio con una cifra che supera di poco il milione di euro.
Il calcolo su base annuale permette di stilare una classifica che vede la Sicilia sul gradino più alto del podio (oltre 288 milioni) nettamente distaccata dalle altre 4 regioni: Piemonte (50 milioni), Toscana (47 milioni), Lombardia (più di 21 milioni), Veneto (poco più di 13 milioni).
La Cgil si appella alla Regione esprimendo non pochi timori sulle conseguenze dirette e indirette della misura messa in campo dal governo centrale. “Questo scenario impone una forte presa di posizione da parte del governo regionale e del suo Presidente contro questo provvedimento e inoltre impone di attivare la strumentazione necessaria per dare risposte concrete a 40 mila famiglie siciliane a partire dai percorsi di formazione con una rivisitazione del programma gol e con una riforma complessiva delle politiche attive del lavoro”, dicono Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia, e Maria Concetta Ballistreri, segretaria generale Spi Sicilia.
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08 Agosto 2023, 06:30