14 Maggio 2016, 19:14
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PALERMO- “Prendo atto che, purtroppo, non si registrano toni sereni nella dialettica culturale sul tema referendario”. Lo dice in una nota il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato. “Da parte di taluni – aggiunge – si tende ad attribuire a coloro che esprimono posizioni dissenzienti affermazioni inesistenti in modo da screditarli come estremisti agli occhi della pubblica opinione. Ho affermato in una intervista che i magistrati devono sottoporre al vaglio della Consulta le leggi sospette di incostituzionalità e che, quindi, devono vigilare sulla conformità alla Costituzione delle leggi ordinarie frutto di maggioranze politiche contingenti. Si tratta dell’abc di ogni giurista”. “Da giorni – osserva – si continua invece ad attribuirmi l’affermazione, da me mai fatta, che i magistrati devono controllare tout court la politica, ingenerando così nella pubblica opinione la convinzione che taluni magistrati coltivano segrete ambizioni egemoniche. La scorciatoia della facile delegittimazione disimpegna dall’onere delle contro argomentazioni e rischia di declassare il confronto culturale a puri rapporti di forza mediatici in uno stile gladiatorio che mi è estraneo come magistrato e come persona”. (ANSA)
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14 Maggio 2016, 19:14