15 Aprile 2016, 20:07
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Partiamo subito da ciò che interessa ai lettori . Io vado a votare e voto SI; con grande convinzione e con gioia.
Non vi parlerò di inquinamento, di mare pulito, di royalties, di posti di lavoro persi o guadagnati, argomenti ampiamente dibattuti. Vi parlerò, invece, di quale opportunità concede ai semplici cittadini un’occasione come il referendum cd “Energia”.
Non si tratta di decidere se dobbiamo o meno consentire un prolungamento automatico di concessioni, aspetto intrinsecamente non appropriato come argomento referendario, ma di dare una forte indicazione (che sarà valida anche se la consultazione non dovesse raggiungere il quorum, se i “si” stravinceranno) sulla politica energetica, e di conseguenza industriale, del nostro paese. Ma davvero? Penserete voi. Nessuno ce l’ha posta in questi termini così rilevanti. Invece si, e’ una questione di futuro e una questione di leadership.
L’Italia ha scelto con grande consapevolezza di non ripercorrere la strada del nucleare, non ha mezzi e spazi per divenire leader nel mercato del petrolio o del gas, a meno che non si voglia tornare al carbone come in Polonia. Noi, però, oggi possiamo vantare la leadership mondiale nella produzione per autoconsumo di energia solare secondo la IEA (l’agenzia internazionale per l’energia), con l’8% del fabbisogno di energia italiana che viene coperto dal fotovoltaico. E pensate, il 25% dell’approvvigionamento energetico della Sicilia è coperto da rinnovabili. Si dice che questo comporti un costo salato per le bollette degli italiani. Con onestà intellettuale, posso affermare che più che un costo è un investimento che sta già ripagando in maniera straordinaria.
In meno di 10 anni, il costo di realizzazione di un impianto solare si è ridotto dell’80%. Nel caso di un impianto eolico, l’abbassamento è stimabile intorno al 30%. In questi anni, grazie alla notevole massa di energia pulita immessa in rete, il prezzo della “componente energia” (cioè il valore industriale del prodotto nel vostro kwh) si è fortemente ridimensionato (prendendo come riferimento il prezzo all’ingrosso, nel mese più caldo, della Sicilia, cioè della regione col prezzo più alto). I numeri sono significativi: 21,6 centesimi rilevati nell’agosto del 2011, 8 centesimi rilevati nell’agosto del 2015. Decisamente intuitivo. Oggi, le energie rinnovabili (o alternative se preferite) possono generare corrente ad un prezzo medio di 5 centesimi di euro e senza esternalità negative (cioè inquinamento, incidenti, rifiuti). In contrapposizione rispetto alle produzioni fossili, per le quali vengono spesso “socializzati” i costi di smontaggio, bonifica, produzione di fumi nocivi, devastazioni in caso di calamità.
C’è poi un’altra ragione per cui il campo delle rinnovabili coincide con il futuro di questo paese: la maggior parte dei 100.000 posti di lavoro creati da questo settore industriale, in appena un quinquennio, ha una media di 26 anni. In questo comparto, si diventa senior già a 36 anni. Chi scrive ne è l’esempio. Senza dubbio, sono queste le energie migliori dell’Italia.
Domenica prossima il paese deve fare una scelta, proseguendo nel positivo indirizzo già tracciato (dal popolo) col precedente referendum sul nucleare. La scelta è: avviare una forte transizione, passando dalla sudditanza dell’economia del petrolio alla guida mondiale nella ricerca e nello sviluppo delle soluzioni tecnologiche legate all’energia alternativa (cosiddetta proprio rispetto a petrolio, gas e carbone) e all’efficienza energetica.
Grazie alla grande competenza nella ricerca di base, nella fisica, nella chimica, nell’elettronica, l’Italia può e deve dire la propria nel solare del futuro a base plastica, soprattutto nei sistemi di accumulo. Cosa che ad esempio poteva essere fatta da ST ed Enel nel modulo M6, beneficiario di grandi sovvenzioni pubbliche, invece di attivare piccole linee di produzione di pannelli già superati in termini di costo/efficienza, che nei fatti hanno già messo in crisi la 3SUN. anche se durante la recente visita del Presidente del Consiglio e’ stata presentata come una grande “eccellenza” del territorio. Lo sono senz’altro i lavoratori che vi operano e spero possano trovare progetti diversi da sviluppare in azienda.
In Sicilia, i governi regionali hanno decisamente frenato lo sviluppo delle energie rinnovabili, perché strumento imprenditoriale democratico e poco controllabile dalla politica. Un’opportunità garantita a tutti, dal grande fondo pensione al piccolo proprietario di casa. E quest’ultimo in particolare conosce bene i vantaggi derivanti dall’azzeramento della bolletta.
Anche il Governo attuale non ha fatto nulla per sostenere il tema, se si esclude il fantomatico “Patto dei Sindaci” che ha prodotto zero impianti, zero misure di efficientamento, zero formazione civica e tecnica. E zero investimenti. A tal proposito, va evidenziato il fatto che il referendum è stato chiesto da 9 regioni italiane. La Sicilia, dal canto suo, non ha sostenuto l’iniziativa. D’altro canto non ha esperienza di insediamenti petroliferi, di disastri ambientali, di danni alla salute. E non ha certamente bellezze naturalistiche da proteggere e occupazione da creare. Quindi e’ ragionevole.
A livello nazionale la situazione non è diversa. Abbiamo assistito alla proliferazione di spalma – incentivi, all’aumento degli oneri di rete in bolletta, all’annunciata cancellazione dei certificati bianchi che remunerano gli intereventi di efficienza energetica. L’intendimento mi pare chiaro. Troppa permeabilità tra Ministero dello Sviluppo Economico, Autorità per l’Energia, Eni ed Enel. Con dirigenti che passano in maniera disinvolta dall’una all’altra parte, nei fatti condizionando il mercato di tutti gli operatori indipendenti e l’ambizione di un intero paese ad essere libero.
D’altronde si sa, il nostro apparato burocratico ritiene i cittadini come inadatti a scegliere per se stessi. Un po’ come Henry Ford considerava i suoi futuri clienti quando, al lancio della celebre Model T, gli venne chiesto se avesse interrogato la gente sulle proprie esigenze per giungere alla sua grande invenzione: “se lo avessi fatto, mi avrebbero chiesto un cavallo più veloce”. Buon voto a tutti.
Andrea Urzì
Direttore Progetti Sviluppo
Upsolar Co. Ltd.
multinazionale cinese dell’energia solare
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15 Aprile 2016, 20:07