Regionali, candidati senza lista |Ecco gli “indecisi” di centrosinistra

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28 Settembre 2017, 19:18

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CATANIA – Si candidano, ma per se stessi. Almeno per il momento. Manca meno di una settimana alla presentazione delle liste eppure sono ancora numerosi i candidati senza partito. Santini senza simboli, aperture di campagna elettorale evitando accuratamente di evidenziare con chi si stia correndo, silenzi prolungati da parte di chi ha deciso di candidarsi ma non ha detto ancora a favore di chi. La nuova legge elettorale, che permette il voto disgiunto, evidentemente, sta facendo riflettere per più tempo del previsto molti esponenti politici ancora non ha certi di schierarsi da una parte o dall’altra, ma solo di correre per se stessi.

La necessità che le liste superino il 5 per cento, poi, sembrerebbe l’altro elemento che starebbe costringendo molti a calcoli serrati, all’ultimo voto, per capire quale luogo sia vantaggioso per poter aspirare a occupare un posto all’Ars. In ultimo, ma non certo per importanza, a giocare un rolo non indifferente nella non scelta dei candidati, potrebbe essere la forza o debolezza del candidato presidente: la mancata elezione eliminerebbe la possibilità di recuperare importanti seggi dal listino.

Gli “indecisi”, infatti, appartengono tutti alla coalizione di centrosinistra. Quello dell’area di centrodestra, Salvo Giuffrida, ha infatti scelto di correre per l’area di Lagalla e la sua Idea Sicilia. Mentre, dall’altra parte, almeno due partecipanti all’agone delle Regionali, starebbero ancora attendendo di capire con chi schierarsi. Si tratta di Gianfranco Vullo e Alessandro Porto, cui si potrebbe aggiungere un Lanfranco Zappalà, che stando alle sue stesse parole, sta pensando a candidarsi. “Avverto fortemente l’esigenza di concretezza nell’elaborare un progetto di governo serio, che mi vede impegnato in prima linea – scrive. Il voler dare risposta a questa esigenza, mi induce a valutare attentamente la proposta pervenutami”. Con chi e a favore di chi, però, non è dato saperlo. 

Su Vullo – e su Zappalà – potrebbe pesare, e molto, il “diktat del Partito democratico di candidarsi nella lista del Pd. Concetto ribadito dal vice di Renzi, Lorenzo Guerini, a Catania nei giorni scorsi. Una candidatura che potrebbe risultare inutile, dal momento che ai democratici dovrebbero andare due seggi,o tre se ci fosse un exploit a cui credono in pochi. E che lo scontro sarebbe con i campioni di voti Luca Sammartino e Anthony Barbagallo. Motivi validi per temporeggiare o, addirittura, pensare di ritirare la candidatura.

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Differente il caso Porto: il capogruppo del sindaco Bianco a Palazzo degli Elefanti, infatti, non è mai stato del Pd. Eletto nel 2013 in quota Pistorio nella larga maggioranza a sostegno di Enzo Bianco, è tra i sostenitori di Micari – il nome del candidato del centrosinistra spicca sui cartelloni elettorali e, in occasione dell’apertura della campagna elettorale alle Ciminiere di Catania, il consigliere era uno dei pochi presenti – ma non ha ancora indicato la lista alla quale porterà le migliaia di voti che pare abbia. L’idea di “perderli” all’interno della compagine democratica potrebbe essere poco allettante per chiunque.

Rumors darebbero il consigliere pronto per entrare nella lista del presidente Micari e del sindaco Leoluca Orlando, Arcipelago Sicilia, ma questa a Catania, al momento, sembra proprio non esistere. I giochi non sono chiusi, ma anche in questo caso, l’ago della bilancia potrebbe essere ila paura l superamento della soglia del 5%. Porto potrebbe dunque scegliere di non rischiare, e candidarsi da tutt’altra parte.

 

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28 Settembre 2017, 19:18

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