21 Marzo 2016, 20:20
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PALERMO – Una corsa a tre. Dall’esito incerto. È questo il quadro che esce fuori dal sondaggio di Euromedia research e commissionato da Nello Musumeci, in vista delle prossime elezioni regionali. Una Sicilia divisa in tre porzioni, più o meno equivalenti. E sulle quali incombe il peso degli indecisi e degli astenuti.
Il sondaggio è stato effettuato i primi giorni di febbraio. E i numeri tirati fuori dal campione attribuirebbero proprio a Musumeci (che il sondaggio, come detto, ha commissionato) il ruolo di favorito. Ma con quale scarto e con quale percentuale rispetto agli avversari? Dipende, appunto, dai contendenti. E la consultazione di Euromedia finisce per fornire interessanti spunti anche alle forze politiche che correranno contro il centrodestra. A cominciare proprio dal Partito democratico. Il candidato più accreditato, tra quelli per i quali Euromedia ha posto il quesito al campione, è l’attuale sindaco di Catania Enzo Bianco. Una “corsa” tra Musumeci e Bianco, infatti, vedrebbe i due molto vicini (il candidato del centrodestra al 35,4 per cento e quello del centrosinistra al 34,2 per cento). Ma sarebbe non troppo distante anche il probabile candidato del Movimento cinque stelle, cioè Giancarlo Cancelleri, che si attesterebbe comunque sopra il 30 per cento. Ma dicevamo, questi numeri vanno considerati anche alla luce della enorme fetta di indecisi o di possibili astenuti: il 43 per cento.
Come detto, però, il sondaggio è anche una specie di “test”. E se Musumeci vorrà candidarsi, dati alla mano, dovrà augurarsi che il suo avversario per il centrosinistra sia… Davide Faraone. Il quesito sulla possibile candidatura del sottosegretario del Pd ha fornito un esito interessante: Faraone si fermerebbe infatti al 24,5 per cento delle preferenze, mentre Musumeci schizzerebbe oltre il 41 per cento. Un dato, quello sul renziano, confermato anche da quelli sulla “fiducia” nei confronti dei possibili governatori: il dato di Faraone si ferma infatti al 3,6 per cento degli intervistati (un numero che sale al 9,6 per cento, tra le persone che conoscono il sottosegretario).
Interessante è anche la coalizione alla quale il politico catanese, nel proporre i quesiti, ha fatto riferimento. I partiti del centrodestra indicati a sostegno di Nello Musumeci sono Forza Italia, Noi con Salvini, Fratelli d’Italia e Diventerà bellissima. Non vengono considerati, ad esempio, il Cantiere popolare di Saverio Romano e l’Mpa dei lombardiani. Su Crocetta, si è già detto: la bocciatura è chiarissima: sette siciliani su dieci non lo vogliono più. Solo uno su dieci si dice soddisfatto del suo operato. “Questi dati – il commento della portavoce di Diventerà Bellissima, Giusi Savarino – confermano le nostre sensazioni. Crocetta farebbe bene a dimettersi piuttosto che a parlare di una nuova candidatura. E soprattutto la nostra idea sulla possibilità che un centrodestra unito e aperto ai territori e alle liste civiche possa essere vincente”.
Per il resto, il sondaggio dell’agenzia di Alessandra Ghisleri, prova a tastare il polso ai siciliani su temi anche più generici. Sono pochissimi gli “ottimisti”: appena il 17,2 per cento dei siciliani si dice “fiducioso nella ripresa economica, culturale, di qualità della vita” dell’Isola. Mentre il 45,7 per cento dice di soffrire per il fatto che la “Sicilia potrebbe dare di più se fosse ben guidata”, mentre l’11,1 per cento si dice persino rassegnato. Non “sfonda” l’idea di una lista “costituita da candidati civici che si collochi al di là dei soliti partiti/schieramenti”. I siciliani, insomma, pensano sia più utile un “leader, un candidato forte” (37,7 per cento) o un “partito con una sua identità e una sua storia” (28,2 per cento). Tra i fattori che impediscono alla Sicilia di uscire dalla crisi, i siciliani pongono, per prima, la corruzione (46,2 per cento), seguita dall’”incopetenza e l’inefficienza dettate anche dal distacco della politica dalla vita reale”. Di sicuro i siciliani credono che non si possa andare avanti come si è fatto finora. Oltre il 70 per cento invoca un “drastico rinnovamento” della politica, oltre il 27,2 chiede di preservare solo le cose buone. Meno dell’un per cento pensa che “in linea di massima, va bene così”. C’è un siciliano su cento, insomma, ancora convinto che vada tutto bene.
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21 Marzo 2016, 20:20