07 Settembre 2022, 05:35
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CATANIA – Alle 17.30 in piazza Stesicoro c’è ancora parecchio caldo e un tramonto che acceca. “E il nostro palco è nell’unico spicchio di sole rimasto“, ride Claudio Fava al microfono. In piazza ad ascoltarlo ci sono i volti storici della sinistra etnea, e c’è anche almeno un’inaspettata new entry: l’avvocato Antonino Fiumefreddo, attento ascoltatore degli interventi dei candidati. È all’aperto, in pieno centro storico, che Fava sceglie di presentare la sua lista per la provincia di Catania. “Questa è una città di gente in fuga – dice Fava – Non mi riferisco solo ai tanti giovani che la lasciano in cerca di migliori opportunità. Mi riferisco a un sindaco e a un presidente della Regione che fuggono di fronte alle responsabilità, in virtù di uno o un altro seggio romano”. I Centopassi al contrario, sottolinea Fava, è lì e raccoglie “cinque anni di esperienze e di vita politica condivisa”.
Il leader ed ex presidente della commissione regionale Antimafia fa gli onori di casa. È lui a presentare la squadra, a introdurre a uno a uno i candidati che ha scelto. Il primo a essere chiamato sul palco è Pompeo Benincasa, “che ha fatto cose notevoli per una città che non sempre gli è stata grata”. Storico fondatore e direttore artistico del Catania Jazz, Benincasa si rivolge al mondo dell’arte e della cultura: “Non abbiamo alle spalle una pandemia, ce l’abbiamo ancora davanti – ricorda – La Regione doveva stare vicina al nostro settore, e ci ha invece abbandonati”, sottolinea. Il primo intervento è breve e puntuale, apre la pista ai successivi. A seguire parla Domenico Brancati, avvocato, che racconta una candidatura fatta come “atto di rivolta, perché Catania è la metafora di una regione in cui i giochi di potere prevalgono sull’interesse collettivo”.
Poi c’è Rosario Caruso, già consigliere comunale di Adrano, che sceglie di discutere di sanità, degli ospedali del territorio che vengono depotenziati, e che ricorda la pagina di cronaca dei “morti spalmati” finiti sulle cronache nazionali del primo scandalo sulla gestione della pandemia da Covid-19. L’ingegnere Mario Colombrita è il volto tecnico di una lista che vuole parlare anche di cantieri e progetti per la Sicilia di dopodomani, più che di domani. Per dirla con le parole di Emanuele Feltri, agricoltore catanese trapiantato a Paternò e noto per le sue battaglie contro il caporalato, gli incendi dolosi e la mafia rurale, “il nostro modello parla di amore, partecipazione e futuro”.
Con la parola “futuro” ha a che fare anche la presentazione di Nicola Grassi, ex presidente dell’associazione antimafia Asaec antiestorsione, introdotto da Fava come “il futuro presidente della commissione Antimafia, almeno lo speriamo“. “Qual è il periodo che stiamo affrontando? – domanda Grassi – Un periodo buio e nero, in cui la politica è diventata un imbroglio. È diventata arte suprema dell’interesse proprio”. E poi arriva la stilettata: “Ci sono candidati che ci hanno pregati per essere candidati nella lista dei Centopassi per la Sicilia, e che adesso abbiamo trovato nelle liste populiste“.
Da una storia di impegno civile si passa a una storia politica di lungo corso. Quella di Domenico Grasso, una vita a sinistra cominciata a Linguaglossa nel 1975, passata attraverso la cocente delusione di un Partito democratico che già anni fa non lo rappresentava e approdata, alcuni mesi fa, a Sinistra italiana. E, adesso, alla candidatura alle Regionali.
Ancora diverse, poi, sono le tre donne che si presentano in piazza Stesicoro. Valentina Guglielmino, docente di Acireale, parla di dispersione scolastica. E Amalia Zampaglione, insegnante anche lei, le fa eco: “Ogni giorno facciamo politica, quando educhiamo i nostri ragazzi e le nostre ragazze al rispetto”. Marina Papa, infine, è la più giovane dei candidati: 22 anni, attivista della Comunità di Sant’Egidio, sicura delle sue parole. “La volontà e i sogni dei giovani – afferma – non possono essere uccisi dai prepotenti“. Augura un “buon voto, libero e consapevole”, poi lascia il palco.
La chiusura tocca a Fava. “Quello per i Centopassi è un voto utile. Un voto molto utile. Lo dicono questi cinque anni. Senza di noi, molte cose sarebbero accadute. E molte altre invece no – sostiene – Io credo che ci siano le condizioni perché la partita sia aperta. Noi puntiamo a vincerla”.
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07 Settembre 2022, 05:35