03 Novembre 2009, 13:50
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Nato il bambino, tocca adesso capire cosa accadrà da domani. O meglio da oggi pomeriggio, quando l’Ars si riunirà per la prima volta dopo l’annuncio dello scisma tra i banchi dei berluscones siciliani. Ma se la domanda, cosa succederà, appunto, è semplice, le risposte sono tutt’altro che scontate. E l’impressione, dentro e fuori il Palazzo, è che in questo momento la politica siciliana navighi veramente a vista, con poche, pochissime certezze sul futuro prossimo.
Le prime conseguenze si avranno all’Ars. Il nuovo gruppo (Cascio probabilmente non gli concederà il nome “Pdl Sicilia” ma i ribelli sono pronti a trovare alternative) conta su 15 deputati. E da subito, lo ha detto oggi lo stesso Miccichè, rivendicherà propri rappresentanti dentro le commissioni. Che andranno quindi del tutto ridisegnate. Una mossa con la quale Lombardo e Miccichè sperano di sbloccare lo stallo che da un mese vede la commissione Bilancio paralizzata, con ritardi che si accumulano per l’iter della Finanziaria.
I numeri però non sorridono al governo Lombardo. L’Mpa di Lombardo ha 15 deputati regionali e 15 li porta in dote il nuovo gruppo. Fanno 30 e per contare su una maggioranza a Sala d’Ercole ne mancano 15. Con i “lealisti” del Pdl che “stanno al governo ma si comportano da opposizione”, come ha detto oggi Miccichè, non si va lontano. E allora: o Berlusconi trova la quadra, magari offrendo ai ribelli la testa dei due contestatissimi co-coordinatori Castiglione e Nania e magari anche quella del capogruppo all’Ars Leontini, oppure si avrà, come pare si abbia adesso, un governo di minoranza. Miccichè ha detto che se i “lealisti” ritirassero i loro assessori (Milone e Beninati), la maggioranza si creerebbe in 48 ore. Sarà.
Di certo, Lombardo e soci avevano sperato molto nelle primarie del Pd, tifando per Beppe Lumia, artefice dell'”inciucino” di Termini Imerese con Miccichè. Con la sua sconfitta e la linea di opposizione ferma annunciata dal vincitore Giuseppe Lupo, pescare tra i 29 deputati del Pd i voti che servono al governo si fa più complicato. A meno che, come pronosticava qualcuno tra i corridoi dell’Ars stamattina, al Pdl Sicilia nato oggi non segua un domani un Pd Sicilia, che calpestando sentieri milazzisti avvii in Sicilia inediti alleanze. Fantapolitica, forse. Erano 13 i deputati regionali del Pd che si erano schierati con Lumia alle primarie. Toccherà al quasi neosegretario Lupo frenare sul nascere possibili tentazioni di grandi abbracci col governo regionale.
Di tutte le prospettive possibili, quella che si allontana di più è la nascita del fantomatico Partito del Sud. Miccichè lo sogna ancora, ma i suoi compagnid i viaggio non ne vogliono sapere e lui oggi ci ha pure scherzato su. Il Pdl Sicilia resta una cosa di Berlusconi. Oggi per lo meno. Domani, “se non saremo ascoltati, potremo strutturarci in movimento”, ha detto Pippo Scalia. Ma il domani, andava ripetendo ai giornalisti Miccichè stamattina, “è nella mente di Dio”.
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03 Novembre 2009, 13:50