Regione, lo strappo di Musumeci | Alfano, in vista un’altra spaccatura

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25 Luglio 2017, 14:23

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PALERMO – Lo strappo non è piaciuto a tanti. L’accelerazione di Nello Musumeci (“Il tempo è scaduto, sono candidato”) rischia paradossalmente di complicare, più che sveltire le pratiche per l’investitura del leader di Diventerà Bellissima in vista delle Regionali. Una candidatura che alla fine della scorsa settimana sembrava “cosa fatta”. Erano state superate, a quanto si apprende, le resistenze più evidenti. Ma ancora manca qualcosa.

Il derby catanese

E così, ecco che sul deputato regionale si allunga l’ombra di un altro catanese: la voglia di “far presto” di Musumeci, infatti, potrebbe spingere i potenziali alleati a un cambio di orizzonte: un nome, cioè, che ha avuto in questi anni meno visibilità, ma attorno al quale i partiti potrebbero ritrovarsi uniti: è quello del deputato nazionale di Forza Italia Basilio Catanoso. Ma non si escludono altri nomi, nelle prossime ore. Anche per tenere sulla corda lo stesso Musumeci.

Cascio (Ap): “Nessuna fretta, discutiamo”

Che però oggi resta davanti a tutti. Ma insieme a chi? Chi sarebbero i suoi compagni di viaggio? Nella sua intervista a La Sicilia, il candidato in pectore ha usato parole più “dialoganti” nei confronti degli alfaniani o di chi ha comunque condiviso con i governi di centrosinistra un pezzo del cammino di questi ultimi anni. Un modo, forse, per allontanare da sè l’immagine di candidato troppo “rigido” e “poco moderato” che sembrava l’handicap maggiore. Ma come detto, l’accelerazione di oggi non ha certamente contribuito a convincere i possibili alleati. “Non è questo il modo migliore – spiega ad esempio il segretario regionale di Alternativa popolare, Francesco Cascio – per ottenere i risultati sperati, soprattutto in un momento delicato come questo, nel quale è ricominciata una difficile interlocuzione. Credo sia più utile attendere anche un’ora, un giorno, una settimana o un mese in più, pur di arrivare a una soluzione che consenta a tutti di essere della partita”. Ti sposti dall’altra parte dello schieramento di centrodestra e trovi altre lamentele: sono quelle del segretario nazionale di “Noi con Salvini”, Angelo Attaguile, che ha avvertito: “Musumeci svolti col passato, altrimenti andremo da soli”.

Il tavolo romano e le elezioni politiche

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Ma la partita siciliana non può essere letta se non si dà, contemporaneamente, uno sguardo a Roma. Soprattutto per rispondere a un quesito: dove andranno i centristi? Se gli uomini di Gianpiero D’Alia e Pierferdinando Casini sembrano assai più vicini al centrosinistra, coalizione che potrebbe anche offrire all’ex ministro la candidatura, più complicata è la posizione degli uomini di Alfano. E qui, appunto, entrano in gioco i dialoghi romani (e milanesi). Nei giorni scorsi, infatti, Berlusconi – pur chiudendo al rientro in Forza Italia degli uomini che se ne separarono dopo il fallimento del Nazareno – non ha escluso che anche gli uomini di Alfano possano far parte della coalizione di centrodestra in vista delle prossime Politiche. Un dialogo che appunto si lega alle elezioni siciliane, le uniche, in Italia, in grado potenzialmente di influenzare le consultazioni nazionali, proprio perché giungeranno a pochi mesi da quel voto. E il dialogo c’è e parte da una base: gli uomini di Alfano sono pronti a tornare, in Sicilia, nello schieramento di centrodestra, ma chiedono rassicurazioni a Forza Italia: una legge elettorale che non punti a ‘cancellare’ i piccoli partiti e l’apparentamento nelle prossime elezioni, che abbasserebbe la “soglia” nelle Regioni dall’8 per cento (nel caso in cui Alternativa popolare corresse da solo) al 3 per cento.

Le tensioni tra gli alfaniani

Ma quasi certamente, queste Regionali si tradurranno in nuove “perdite” per le truppe, sempre meno numerose e non certo in ottima salute, degli alfaniani. Perché in tanti, tra gli esponenti siciliani, vedono questo possibile “patto” con Berlusconi, solo come un modo per “salvare” le poltrone di pochi (di Alfano e di altri deputati e senatori nazionali). E così, in tanti spingono per accettare la proposta di coalizione ampia offerta dal Pd e dal centrosinistra. Del resto, lamentano alcuni esponenti di “Ap”, da Forza Italia giungono solo parole al curaro nei confronti di quelli che sono definiti “traditori”, senza contare che lo stesso partito di Alfano ha deciso, negli ultimi mesi, da un lato di appoggiare il governo regionale del Pd e di Crocetta con tanto di assessore (il tecnico d’area Carlo Vermiglio in giunta), dall’altro di sostenere (addirittura con una lista costruita insieme al Pd) il candidato di centrosinistra Leoluca Orlando.

Il listone dei moderati

A quel punto, gli uomini di Alfano che sceglieranno la via del centrodestra, potrebbero lavorare a un “listone” di moderati di cui aveva già parlato Livesicilia qualche settimana fa. Una lista che comprenderebbe gli uomini di Ap, quelli del Cantiere popolare di Saverio Romano, ma anche quelli che si sono al momento ritrovati attorno all’Idea Sicilia dell’ex rettore Roberto Lagalla. Quest’ultimo venerdì potrebbe annunciare proprio questo: di essere della partita, ma la sua ipotesi di candidatura si “sgonfia” di ora in ora. Di quel listone, poi, potrebbero far parte anche i Coraggiosi di Fabrizio Ferrandelli. Lui, però, al momento assicura di voler “restare un po’ a guardare cosa accade. E di attendere anche il nome dei candidati in campo, a quel punto decideremo cosa fare”. E se ancora il candidato non è certo, il centrodestra siciliano, in vista delle Regionali, inizia a prendere forma.

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25 Luglio 2017, 14:23

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