14 Novembre 2017, 06:08
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PALERMO – La norma è allo stesso chiara e “flessibile”. Perché quelle nomine sono diverse, hanno una origine propria e un proprio “riconoscimento”. Sono quelle che potrebbero essere soggette al cosiddetto “spoil system” del nuovo governo. Insomma, sarà possibile, per il governo Musumeci sostituire i commissari di Crocetta? E gli amministratori della società regionali? E le guide delle aziende sanitarie e ospedaliere?
L’ultima legge “blocca-nomine”
Già, perché la norma è chiara, ma non è chiarissimo come applicarla. La legge ha di fatto ha esteso gli effetti della legge cosiddetta “blocca-nomine” approvata durante il governo Lombardo. “Le designazioni, nomine o incarichi di natura fiduciaria, per i quali non è richiesta una selezione sulla base di specifiche competenze tecniche” si legge nella norma che riguarda appunto le nomine relative “ad organi di vertice e a componenti dei consigli di amministrazione o degli organi equiparati di enti, aziende, consorzi, agenzie, soggetti, comunque denominati, di diritto pubblico o privato sottoposti a tutela, controllo o vigilanza da parte della Regione, in società controllate o partecipate dalla Regione” ad esclusione delle aziende sanitarie siciliane, “conferiti dal Presidente della Regione, dalla Giunta regionale o dagli Assessori regionali, durante il loro mandato, possono essere confermati, revocati, modificati o rinnovati entro novanta giorni dalla data di proclamazione del Presidente della Regione neoeletto. Decorso tale termine le designazioni, nomine ed incarichi per i quali non si sia provveduto si intendono confermati fino alla loro naturale scadenza”.
I commissari di Crocetta
Il governo Crocetta, va detto subito, negli ultimi mesi ha fornito abbondante materiale per testare questa norma. Una novantina le nomine del governo e dei vari assessori negli ultimi tre mesi. Tra queste, la scelta dei commissari delle Città metropolitane: Girolamo Di Fazio, Salvo Cocina e Francesco Calanna sono stati inviati da Crocetta al posto di Leoluca Orlando, Enzo Bianco e Renato Accorinti. È il frutto dell’ultima legge regionale sulle Province. Chi arriverà potrà sostituire questi commissari? Dall’assessorato alle Autonomie locali non arrivano notizie definitive in merito. Anche perché nel frattempo si attende l’esito dei ricorsi presentati proprio dai sindaci che sono stati “scalzati” dai commissari di Crocetta. Una sospensiva all’efficacia di quelle nomine li riporterebbe in sella. Ma sullo spoil system, c’è una idea di fondo: trattandosi di commissari, vanno considerate nomine “fiduciarie”. Una interpretazione che si basa anche su una sentenza relativa a una nomina di Lombardo di qualche anno fa. E quindi, in quanto fiduciarie, sono nomine che il nuovo governo – al netto di pronunce del Tar – potrà cambiare.
Commissari che certamente potranno, legge alla mano, essere sostituiti sono quelli scelti dagli assessori. Non sarà soggetta a spoil system la nomina di Nunziello Anastasi* che l’ex responsabile dei Beni culturali Carlo Vermiglio inviò alla guida del Parco di Naxos: il commissario si è infatti dimesso poco dopo la nomina e l’addio dell’assessore. Il nuovo governo potrà intervenire ad esempio su Irsap, dove l’addio dell’ex commissario Maria Grazia Brandara è stato compensato dall’arrivo di due commissari ad acta: Gaetano Clemente e Angela Di Stefano. E commissario è anche Claudio Alongi, marito del Segretario generale Patrizia Monterosso e da anni alla guida dell’Aran. E certamente potranno essere sostituiti altri commissari, come quelli che, d’un colpo, Crocetta ha inviato al vertice degli Istituti autonomi case popolari: Tra questi, Enrico Vella componente uscente del gabinetto del governatore, un’altra fedelissima come Cettina Foti, di Loredana Lauretta, altra componente storica del cerchio magico del presidente. Per arrivare all’ex cuffariano Totò Gueli e all’ex commissario di Esa (e come detto nuovo commissario della Città metropolitana di Messina) Francesco Calanna, entrambi fedelissimi del senatore Beppe Lumia.
Le società partecipate
Il governo potrà poi intervenire anche sulle nomine all’interno delle società regionali. Tra queste, le nomine a capo dell’Ast del militante del Megafono Massimo Finocchiaro, alla Seus (l’azienda che gestisce il 118) dell’altro fedelissimo e attivista del movimento del governatore Gaetano Montalbano, alla Sas del commercialista personale del presidente Sergio Tufano, all’Ircac del consulente personale di Crocetta Sami Ben-Abdelaali. E ancora, difficile pensare che Musumeci possa confermare alla guida di “Sicilia digitale” (già Sicilia e-servizi) Antonio Ingroia: in questo caso, come per altre partecipate, la nomina è della Regione in qualità di socio unico o di maggioranza, ma è di fatto volontà del presidente della Regione. Di natura fiduciaria, e quindi revocabile, è anche la nomina a capo del Fondo pensioni del capo di gabinetto del governatore, Giuseppe Amato.
I manager della Sanità
Altro discorso per i commissari della Sanità. Il “blocca-nomine”, anche dopo la recente modifica dell’Ars, esclude, tra gli enti per i quali vige lo spoil system proprio le aziende sanitarie e ospedaliere. Ma la Sanità siciliana potrebbe presto andare incontro a uno spoil system “indotto”. L’approvazione di un “blocca-nomine” specifico per la Sanità, poi anche impugnato da Palazzo Chigi, in estate ha spinto il governo, dopo un parere del Cga, a una nomina “originale”: i commissari nominati, per tanti aspetti (compreso il passaggio in giunta per la nomina) somigliano ai direttori generali. Il motivo è tutto in una recente norma nazionale che ha disposto la creazione di un elenco unico nazionale dal quale i governi regionali dovranno attingere per la scelta dei direttori generali. Un elenco che sarà pronto già probabilmente nelle prossime settimane: e a quel punto il nuovo governo potrà scegliere i nuovi manager.
Il valzer dei dirigenti generali
Infine, la legge regionale prevede anche la possibilità per il nuovo governo di sostituire, entro 90 giorni, tutti i dirigenti generali. Una norma che risale ai primi anni del nuovo secolo. Ma che recentemente si è arricchita di un particolare: è stata abolita, infatti, la cosiddetta “clausola di salvaguardia” che obbligava il governo a garantire al dirigente “scalzato” un incarico equivalente dal punto di vista economico. Un obbligo che, dicevamo, non esiste più. E così, il dirigente generale tornerebbe a fare il “dirigente semplice”. Eppure, anche in questo senso il governo uscente è stato attivissimo con valzer, rotazioni e sostituzioni a pioggia. Attivo persino oltre i confini della stessa legislatura. Il 9 novembre, ad esempio, l’ormai ex vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello ha firmato la proroga di un anno al contratto del dirigente generale alle Attività produttive, Alessandro Ferrara. Una conferma arrivata quattro giorni dopo il voto. Quando, insomma, il governatore non era più Crocetta, ma Musumeci.
* Prendiamo atto delle sopravvenute dimissioni di Anastasi. Inizialmente avevamo scritto che la sua nomina “revocabile”. Ci scusiamo con i lettori e i diretti interessati.
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14 Novembre 2017, 06:08